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  • Kouamé: 'Quando mi ha chiamato la Fiorentina, non ci credevo. Il mio idolo è Drogba, posso tornare ad aprile'

    Kouamé: 'Quando mi ha chiamato la Fiorentina, non ci credevo. Il mio idolo è Drogba, posso tornare ad aprile'

    • Iacopo Nathan
    Christian Kouamé, attaccante passato a gennaio alla Fiorentina, si è presentato in conferenza stampa:

    TRATTATIVA - “Voglio ringraziare molto la società per aver creduto in me. Ero infortunato, quando mi ha chiamato il mio agente continuavo a dirgli di non scherzare, perché credevo fosse impossibile. Ero a fare le mie terapie di recupero, una sera mi ha chiamato dicendo di prendere la macchina, andare a Milano, fare le visite e firmare. Non ci credevo”.

    IDOLO E TIFOSO - “Già da piccolo vedevo tutti i campionati europei e naturalmente ho seguito la Fiorentina, che mi piaceva molto per come giocava. Il mio idolo è sicuramente Drogba, mio connazionale, ma anche Eto’o. Mi piacerebbe prendere da loro qualche gol”.

    RUOLO - “Ho giocato sia come prima che come seconda punta, quando sono in campo però penso solo a giocare e divertirmi, non al ruolo”.

    NUMERO - “Come primo numero ho guardato l’11, che è il mio numero di sempre, ma era occupato. Ho chiesto alla mia ragazza e lei, senza pensarci, mi ha detto di prendere il 9, che è il numero della Madonna, e noi siamo molto credenti”.

    RIENTRO - “Io voglio pensare solo a curarmi e rientrare solo quando sarà al 100%. Ho tanta voglia di tornare in campo, poi alle visite mediche mi hanno detto che sto guarendo bene e che potrei essere in campo ad aprile. Voglio però vedere come sto, non ho intenzione di tornare fino a che non starò benissimo”.

    SOGNI - “Il mio obbiettivo è quello di arrivare a giocare la Champions League e la Coppa del Mondo con il mio Paese, oltre a riuscire a vincere più trofei possibili durante la mia carriera”.

    GENOVA - “Ringrazierò sempre la gente di Genova, mi sono trovato benissimo con tutti, dai tifosi alla società. Difficilmente non vado d’accordo con le persone, mi piace scherzare e giocare, e a Genova sono stato benissimo”.

    SPOGLIATOIO - “Nello spogliatoio si respira aria buona, tutti si allenano sempre al massimo, vogliono dare tutto in campo. Perdere una partita ci può stare, poi i risultati arriveranno. Mi sto trovando molto bene con i compagni, sono molto contento”.

    COMMISSO - “Ho incontrato il direttore e Joe Barone a Milano, nell’occasione della firma. Già da subito c’è stato un ottimo rapporto, con Pradè sembriamo come padre e figlio. Con il presidente ci siamo visti la settimana scorsa, e mi ha detto che gli sono piaciuto subito, dal gol che ho fatto contro la Fiorentina a Genova”.

    RIBERY- “Essere nello spogliatoio con lui per me è una grande emozione. Sono seduto a due posti di distanza da lui nello spogliatoio, e lo guardo sempre. Vederlo tutti i giorni per me è un sogno”.

    SORRISO - “Io questo non lo posso perdere, è così che sono fatto e sempre sarò. Anche quando ho scoperto di essermi rotto il crociato, ho sempre affrontato tutto con il sorriso".

    FUTURO - “Il direttore mi ha detto che vogliono fare una grande squadra perché vogliamo andare in Europa ed essere molto competitivi. Io scendo in campo e non penso all’avversario, se è una squadra grande o piccola, voglio solo fare gol. Vogliamo andare più in alto possibile”.

    RAZZISMO - “Quando sono arrivato in Italia e giocavo alla Sestese, una volta avevamo una partita di coppa, e c’era un difensore che mi picchiava sempre. Mi ricordo una volta che l’ho saltato e mi ha fatto un fallaccio e mi ha detto “negro di merda”. Io mi sono alzato e gli ho risposto, sempre con il sorriso “è quel negro che ti sta mandando fuori di testa”. 

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