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  • Firenze, il giorno dopo. Unita nel dolore piange Astori, il suo capitano

    Firenze, il giorno dopo. Unita nel dolore piange Astori, il suo capitano

    • Giacomo Brunetti
    Come si sveglia Firenze. Come si sveglia Firenze? Unita. È riuscito in questo intento, da buon capitano. Il mondo viola era spaccato, in più parti. Fino a ieri, alle 11.49, quando la Fiorentina ha comunicato ufficialmente la scomparsa di Davide Astori. Da quel momento si è guardata negli occhi, ritrovandosi. Improvvisamente, doverosamente, il ‘Franchi’ ha iniziato a riempirsi di fiori e messaggi. E ancora, allo scoccare della mezzanotte, i tifosi continuavano a lasciare il loro ricordo sui cancelli dello stadio.

    DOLORE – Si risveglia colpita, incredula. Astori è uno di noi, continuerà ad esserlo. L’abbraccio del mondo, a più livelli, per la tragedia è stato sorprendente e ammirevole. E Firenze si è stretta intorno a sé e ha sentito la virtuale vicinanza dell’esterno. È una tristezza strana, la consapevolezza di aver perso qualcuno di caro: l’uomo, prima del giocatore, questo era per noi. Oltre ogni retorica, in modo sincero. Schietto, vero, diretto, dai valori d’altri tempi e dal carattere giusto.

    IL RAGAZZO DI TUTTI – Pezzi di carta, pennarelli e le sciarpe a proteggerli dall’acqua che scende su di loro. Colpisce una cosa: la maggior parte dei messaggi proviene dalla mano dei bambini. Li riconosci, sono quelli dove spicca il disegno di Davide con la maglia viola e la fascia al braccio. “Sei stato un capitano fantastico, lo rimarrai per sempre”, “Insegna agli angeli a giocare a calcio”, “Voglio ricordarti con il tuo sorriso”, in tono di un sensibile e leggero ricordo, che ritrae la personalità che Astori aveva imposto a Firenze.

    SMARRIMENTO – Nessuno si è chiesto cosa accadrà, come si andrà avanti. Firenze è una città sensibile, ieri i tifosi viola, sparsi in tutto il globo, hanno recapitato la loro vicinanza all’ambiente, accompagnati dal saluto globalizzato. È stata una giornata commovente: è semplice definirla così, ma nella semplicità si trovano le esaurienti descrizioni. Gli applausi al pullman uscito dall’aeroporto, accolto dalla stessa celebrazione alle porte del Centro Sportivo, dove centinaia di persone si sono raccolte, prima di sciogliersi nel rispetto dei giocatori, è stato un momento di tentata realizzazione.

    IL SUO SORRISO – Tutti insieme. Il giorno dopo non placa il momento. Stamani pensiamo tutti la stessa cosa, al suo sorriso. Perché ancora non sembra vero, nessuno ha metabolizzato. Era una certezza. “Ho 82 anni e ne ho passate tante: sto male come se fosse un caro”, racconta una signora. Cerco di farlo capire, non è facile, perché il mondo viola piange la scomparsa del suo Davide, e soffre veramente. “Sei stato l’unico capitano della Fiorentina a oltrepassare la morte con il sorriso”, recita il foglio di una bambina, rimasto da solo sulla parte esterna del cancello del Centro Sportivo. È sciupato dalla pioggia, l’inchiostro mangia le parole e si tinge di nero, formando tante lacrime che sfumano la concretezza ma non cancellano il pensiero.

    Firenze, il giorno dopo. Unita nel dolore piange Astori, il suo capitano

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