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  • Frosinonemania: cuore e mentalità ciociara per non crollare sotto i colpi dei titani

    Frosinonemania: cuore e mentalità ciociara per non crollare sotto i colpi dei titani

    • Alessandro Iacobelli
    Il leone deve uscire dal tunnel. Atalanta, Bologna, Lazio e Sampdoria hanno ingabbiato il Frosinone. Pensare ancora alle bastonate prese serve a poco. Mister Longo, lasciando al momento ogni disquisizione tattica, dovrà indossare la tuta del mental coach. Lavorare esclusivamente sulla psiche di un gruppo che sembra chiuso in un malinconico oblio. Juventus e Roma, nel giro di tre giorni, incalzano. Al cospetto di Cristiano Ronaldo, di Pjanic e del resto della corazzata bianconera c’è almeno l’onore da proteggere.

    La rete di Caprari, all’alba della ripresa nel match con i blucerchiati, ha minato i propositi dei canarini. Partire sconfitti a prescindere su ogni campo sarebbe un suicidio sportivo. Da dove si può e si deve ripartire? Innanzitutto dalla trasmissione di valori unici. La mentalità ciociara è il tratto distintivo solo di alcuni tasselli rimasti nella rosa giallo-blu. In estate è stata percorsa la strada del cambiamento quasi totale. La vecchia guardia ha salutato la compagnia. Da Matteo Ciofani a Russo passando per Crivello e Terranova. Altri invece, come Frara e Zappino, hanno appeso gli scarpini al chiodo dopo tante battaglie. 

    All’epoca della prima assoluta stagione in Serie A, nonostante un materiale umano apparentemente inferiore sul piano tecnico rispetto a quello attuale, i ragazzi guidati da Stellone sfoderavano l’anima tignosa di una classica matricola. I punti incamerati contro Juventus, Milan, Lazio, Fiorentina, Sampdoria, Udinese e non solo insegnano qualcosa di importante. Quel gruppo non riuscì ad evitare la retrocessione però fu comunque applaudito e ringraziato dai tifosi per il lodevole impegno profuso. 

    Ora urge una figura chiave per recuperare orgoglio e convinzione. Accurate riflessioni portano al nome di Daniel Ciofani. L’attaccante classe 1985, nativo di Avezzano ma ormai canarino fino al midollo, è il prototipo del figlio che tutte le mamme vorrebbero avere. Al buon Daniel si chiede invece di guardare negli occhi i compagni, sbattendo i pugni sul tavolo se necessario, e di inculcare quella rabbia agonistica tipica di chi deve mantenere la categoria. Il popolo chiede, anzi implora, una radicale inversione di rotta. Il futuro rientro di Federico Dionisi sicuramente aiuterà il processo di cementificazione. Il corso accelerato di “ciociarizzazione” serve come il pane ai vari Salamon, Hallfredsson e Perica. 

    Allo “Stirpe”, come accadeva nello storico “Matusa”, gli avversari dovranno soffrire per novanta minuti e più. 

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