Il manager di Schio reclamava autonomia nelle decisioni, la proprietà pretendeva che ogni scelta avvallata dal comitato strategico, magari dopo aver consultato anche altri dirigenti che fanno parte della holding Sampdoria.
Per questo motivo non ci sarà più un direttore generale, ma una maggiore assunzione di responsabilità per Antonio Guastoni, l'uomo dei conti, il ds Doriano Tosi e il segretario Umberto Marino, oltre la ritorno di Salvatore Asmini. Un modus operandi del tutto legittimo ma mal sopportato da Gasparin, che nella sua carriera ha sempre agito in prima persona, confrontandosi soltanto con il presidente della società con cui lavorava.

I problemi sono nati anche sulle strategie di mercato. La richiesta è stata quella di abbattere il monte ingaggi, per questo Gasparin ha puntato sin dall'inizio sul  mercato estero. Per gennaio l'orientamento del manager era di scandagliare il campionato argentino ed era piuttosto avviato il discorso con Funes Mori, 19 anni del River Plate, operazione portata avanti da Renato Favero, l'uomo capace di scovare Milito e assunto dalla Samp un paio di mesi fa. Ma il desiderio di Gasparin è andato a confliggere con la volontà di puntare solo su elementi nostrani.

(Corriere Mercantile)