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  • Gli agenti di calciatori non ci stanno: 'Non siamo dei privilegiati, chiediamo misure di supporto'. Il comunicato Iafa

    Gli agenti di calciatori non ci stanno: 'Non siamo dei privilegiati, chiediamo misure di supporto'. Il comunicato Iafa

    Nel corso degli ultimi anni si è sempre più instillata nell'opinione pubblica l'erronea convinzione che quella degli agenti sportivi (in particolar modo coloro che operano nel settore calcio) sia una categoria professionale "privilegiata", caratterizzata perlopiù da lauti guadagni e vita agiata, il tutto ottenuto con deprecabile cinismo e senza alcuna difficoltà.

    In un momento cosi' drammatico per tutto il mondo del lavoro a causa della ben nota emergenza sanitaria in corso, in qualità di associazione degli agenti calcistici italiani, sentiamo il dovere di rappresentare quella che è la reale situazione in cui verte il nostro settore.

    Essa è di certo ben lontana dai "racconti sensazionalistici" riportati dai media prendendo ad esempio un numero limitatissimo di soggetti di fama internazionale (oramai considerabili vere e proprie "holding"), che corrispondono a circa l'1% della categoria rispetto ai circa 8000 agenti professionisti in tutto il mondo (di cui circa 700 italiani). 

    A tal riguardo, con espresso riferimento al circuito nazionale, si evidenzia che :

    - il 90% dei corrispettivi viene pagato dai fruitori dei servizi degli agenti (calciatori e Club) in siderale ritardo, e solo a seguito di reiterate diffide stragiudiziali;

    - Nel 60% dei casi, i crediti vengono recuperati esclusivamente attraverso lunghe e dispendiose controversie giudiziarie;

    - il computo degli oneri plurimi da versare alle istituzioni sportive per l'esercizio dell'attività, equivale praticamente "al doppio" rispetto a tutti gli altri paesi, ovvero circa 1700 euro annui per le persone fisiche, e circa 2500 euro per le persone giuridiche, a cui sommare 250 euro per il deposito obbligatorio di ogni mandato (indipendentemente dal buon esito e dalla remunerabilità!), oltre ovviamente alle esose spese ordinarie ed al versamento dei contributi fiscali come qualsiasi altro lavoratore autonomo. Aggiungasi che la tutela "endo-ordinamentale sportiva" è minima rispetto alle altre componenti del sistema, in quanto gli agenti non godono dello status di "tesserati federali";

    - il regolamento federale dispone considerevoli (ed a nostro avviso "irragionevoli") restrizioni all'attività : ad esempio vieta qualsiasi forma di remunerazione per i servizi professionali resi dagli agenti ai fini della sottoscrizione o della cessione di contratto degli atleti minorenni professionisti, sebbene tali trasferimenti avvengono tra i Club a titolo oneroso.

    Viene altresi' negato qualunque tipo di compenso per il tesseramento o il trasferimento di un calciatore maggiorenne che sottoscrive un contratto professionistico di prestazione sportiva ai "minimi federali" (ovvero circa il 40% dei tesserati professionisti!);

    - nonostante siano trascorsi più di due anni dal provvidenziale intervento del legislatore italiano che ha riconosciuto e disciplinato la professione di agente sportivo (fungendo da "emblema" per tutte le altre nazioni), si riscontra ancora un elevato tasso di abusivismo, perpetrato attraverso i più disparati artifizi ed excamotages elusivi della legge di Stato.

    Tanto premesso, alla luce dello "stop forzato" dell'attività, dell'aggravio nei ritardi per i pagamenti dei corrispettivi già maturati, nonchè della totale incertezza sui termini e le modalità della prossima sessione di calciomercato, stiamo ricevendo innumerevoli mail, messaggi, telefonate, da parte di agenti associati, i quali lamentano che potrebbero riscontrare grosse difficoltà addirittura già per il rinnovo di iscrizione all'albo (indicativamente previsto per l'inizio di Luglio).

    In ragione di ciò, nei prossimi giorni, sentiti anche i colleghi dell'altra associazione di categoria (AIACS), chiederemo alle competenti istituzioni (Coni e Figc), informando anche il Ministero dello sport, di istituire un "tavolo di lavoro" per individuare le opportune misure di supporto agli agenti sportivi italiani.

    PER IL CONSIGLIO DIRETTIVO

    Christian Bosco, Presidente Iafa


     

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