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  • Ibra con le spalle al muro: ora in Champions deve fare l'Inzaghi

    Ibra con le spalle al muro: ora in Champions deve fare l'Inzaghi

    • Gianluca Minchiotti

    Un anno dopo, il Milan si ritrova a essere Ibra-dipendente, almeno in Champions, e lo fa per scelta.  

    Arrivato nelle battute finali del mercato estivo del 2010, Zlatan Ibrahimovic si è subito caricato sulle spalle il Milan, cambiandogli volto rispetto al 2009-10 e portandolo presto in testa alla classifica. Un girone d'andata coi fiocchi, quello della Serie A 2010-11 da parte dell'attaccante svedese: gol, quasi sempre decisivi, assist e una presenza costante nel cuore delle aree avversarie
     
    Poi, nella seconda parte della stagione, qualcosa è cambiato: lo svedese ha rallentato, è arrivato qualche guaio fisico, sono arrivate le squalifiche ed è arrivata la solita (per Ibra) esclusione dalla Champions League. In quella fase, Max Allegri è stato abilissimo a reinventare la sua squadra, rimodellandola senza Ibra: attacco di bassotti, Pato e Robinho, con Boateng e fare da incursore e Cassano pronto a dare una mano partendo dalla panchina.
     
    Ora si riparte e, come si è visto già nella Supercoppa italiana vinta contro l'Inter, Ibra ha ripreso il suo posto al centro dell'attacco rossonero. E, infortuni a parte, difficilmente lascerà ad altri quel posto e la leadership dell'attacco. L'esclusione di Pippo Inzaghi dalla lista Champions, ad esempio, non fa altro che aumentare l'importanza e il peso di Zlatan nell'attacco rossonero (che nella lista Champions prevede quattro elementi: Ibra, Cassano, Pato e Robinho). 
     
    In questa lista l'ex attaccante di Juve, Inter e Barcellona è l'unica prima punta di ruolo, essendo gli altri tre giocatori che preferiscono giocare a fianco di una prima punta o alle spalle di una prima punta. L'esclusione di Inzaghi mette in un certo senso Ibra con le spalle al muro: il peso dell'attacco rossonero è sulle sue spalle e ora gli tocca fare il definitivo salto di qualità nella competizione che lo ha sempre deluso (e nella quale ha sempre deluso), quella Champions nella quale invece Inzaghi si è sempre trovato come nel salotto di casa sua. 
     
    E' questo che vuole ora il Milan da Ibrahimovic: che faccia l'Inzaghi

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