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  • Il Bangladesh sfida l'Argentina, è festa nazionale: la storia di un amore lontano

    Il Bangladesh sfida l'Argentina, è festa nazionale: la storia di un amore lontano

    • Gabriele Stragapede
    Arabia Saudita, Messico, Polonia, Australia, Olanda, Croazia e Francia. Questa è la lista delle nazionali affrontate dall’Argentina in Qatar. Il palcoscenico dei Mondiali, da sempre, regala emozioni e match entusiasmanti tra le migliori nazioni del pianeta. Ma il calcio, si sa, non vive solo di big match come Argentina-Francia. Il nostro amato – quanto bistrattato – sport ha il piacere di regalarci sempre incontri che nessuno si sarebbe mai aspettato. Sì perché la storia che vi stiamo andando a raccontare fa parte di questo secondo grande emisfero del calcio. Avete presente il Bangladesh? Ecco, forse non proprio il paese con la più grande tradizione calcistica esistente al mondo. I bengalesi, nonostante lo sport più praticato sia il cricket, diffuso dai tempi della dominazione inglese, seguono con passione ed ardore il gioco del pallone. Anche se i risultati sportivi non vanno di pari passo con il tifo nazionale. Infatti, il Bangladesh occupa il 192° posto nel ranking FIFA e non si è mai qualificato al Mondiale. La nazionale ha giocato una sola volta la Coppa d'Asia, nel lontano 1980 – 4 sconfitte e zero punti nel Gruppo A con Iran, Corea del Nord, Siria e Cina -. Certo che la domanda sorge spontanea. Perché stiamo parlando del Bangladesh? Ecco, la spiegazione è presto data. Questa è una notizia che, nel caso in cui fosse confermata, darebbe vita ad uno degli incontri più strani della storia del calcio mondiale. Il Bangladesh ha chiesto alla nazionale argentina di giocare un’amichevole a Dacca, in occasione della prossima giornata mondiale del calcio – che si celebra il 4 maggio di ogni anno, in memoria della tragedia di Superga che ha distrutto la favola del Grande Torino - indetta dal 2015 dalla FIFA. Se Messi e compagni dovessero accettare l’offerta, il governo dichiarerà quel giorno festa nazionale. Ed ora, un’altra domanda? Perchè mai il Bangladesh ha fatto questa particolare richiesta all’Argentina? Una risposta che merita qualche passo indietro.

    QUEL "NEMICO" IN COMUNE - Partiamo dal recente passato. A Dacca, capitale del Bangladesh, migliaia di tifosi si sono riuniti per seguire la partita tra Argentina e Polonia, match decisivo per le sorti dell’Albiceleste ai Mondiali. I bengalesi si sono dati appuntamento all’University Area della capitale, dov’è stato montato un maxischermo per seguire l’incontro: quando è cominciato il match, in Bangladesh era l’una di notte. Al fischio finale è iniziata la festa – tra trombette e caroselli in giro per la città - per la qualificazione dell’Argentina agli ottavi della Coppa del Mondo. Un tifo sfrenato – diventato virale sui social e ripreso da numerosi argentini in giro per il mondo - frutto di una passione che ha origini antiche. La prima, fra tutte, nasce da un "nemico" in comune tra i sudamericani ed i bengalesi: l'Inghilterra. L'Argentina ha avuto pessimi rapporti con il Regno Unito sin dalla guerra delle Falkland. Per il Bangladesh, invece, i problemi risalgono all'era coloniale. Per molti abitanti del Bangladesh, un paese a suo modo segnato dal colonialismo britannico, non fu peraltro particolarmente difficile empatizzare per l’Argentina e lo spirito di rivalsa che i suoi abitanti avevano verso l’Inghilterra dopo il conflitto per la sovranità delle Malvinas. Inoltre, in Bangladesh si ricorda che, durante la Seconda guerra mondiale, il Regno Unito fermò i suoi rifornimenti, causando la gravissima carestia del Bengala. I rapporti diplomatici tra Argentina e Bangladesh – nati dopo l’apertura di una missione nel 1970 - hanno poi rafforzato quel profondo senso di appartenenza calcistica che si vive tutt’oggi. Ma il calcio, in Bangladesh, è conosciuto per una ed una ragione soltanto – a spiegazione della passione verso l’Argentina -: Diego Armando Maradona.

    NEL SEGNO DEL DIEZ L'origine della mania del Bangladesh per l'Argentina o la Coppa del Mondo in generale può essere fatta risalire agli anni ottanta. Con la TV a colori che iniziava a diventare più disponibile nel paese, i Mondiali diventarono più accessibili. Durante la Coppa del Mondo del 1986, il Bangladesh ha potuto assistere al successo dell’Albiceleste, guidata da uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi: Diego Armando Maradona, capace di sbalordire il mondo con le sue capacità calcistiche e che ha portato l'Argentina sul tetto del mondo. È stato amore a prima vista. Un amore suggellato dal goal del secolo e da “La mano de Dios” con i quali Diego eliminò la tanto odiata Inghilterra da quell’edizione dei Mondiali. Maradona e l’Argentina, quindi, sono entrati nel cuore di molti bengalesi. Il sostegno per la Seleccion continuò a lungo, anche dopo che Maradona si ritirò. La passione dei bengalesi, infatti, non solo non è mai scemata ma con il passare degli anni è addirittura aumentata, specialmente quando le nuove generazioni hanno individuato il proprio idolo in Lionel Messi. Inevitabile a questo punto che mentre la Pulce alzava la Coppa del Mondo a Doha, a Dhaka si verificasse ciò che in quello stesso momento stava avvenendo a Buenos Aires. Di fatto il Bangladesh si sente campione del mondo tanto quanto l'Argentina. E c’è di più: il ministro degli Esteri argentino, Santiago Cafiero, ha annunciato l'intenzione del governo di riaprire un'ambasciata in Bangladesh – chiusa nel 1974 -, citando il crescente scambio commerciale ed un reciproco interesse nella cooperazione in diversi campi, incluso lo sport. Il sostegno popolare del Bangladesh verso l’Argentina sta quindi permettendo un nuovo interesse nel promuovere i legami diplomatici tra le due nazioni. Il trionfo dell’Argentina, dopo ben 36 anni, ai Mondiali non è solo un successo per il paese sudamericano. È la rivincita e la rinascita di un paese intero. L’Argentina? No. È la rivoluzione del Bangladesh. Ed ora, bisogna solo aspettare che la federcalcio risponda alla richiesta. Argentina-Bangladesh è ancora tutta da giocare ma il match internazionale è già cominciato.

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