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  • Il Chievo riparte:|Il 'decimo sigillo'

    Il Chievo riparte:|Il 'decimo sigillo'

    Dieci è il numero magico. Decima stagione in A. Decima volta tra le grandi d'Italia. E non si parli di favola. Di solito si raccontano al crepuscolo. Durano poco. Giusto lo spazio di un sorriso. Il Chievo è ben altro. L'anniversario è da ricordare: 2001-2011, la storia infinita dell'emozione gialloblù. Da Delneri a Di Carlo. In mezzo tante piccole grandi storie da raccontare. Dieci anni fa il Chievo debuttava in A. Dieci anni dopo la squadra di Luca Campedelli è ancora lì. Più forte di prima, forse. Meno magica, più reale. Capace di navigare a vista, riemergere dall'acqua, trovare soddisfazione, ripartire veloce. Oggi il simbolo di questo Chievo può essere Luciano. La sintesi. L'uomo della leggenda. Lui c'era dieci anni fa. In campo. Unico sopravvissuto oggi tra i guerrieri del primo Delneri. E la storia continua.

    ANCORA MIMMO. E allora, appuntamento all'Hotel Leopardi ad un quarto a mezzogiorno. Le tradizioni, se portano bene, non si spezzano. Tavola imbandita di microfoni. Prenderà la parola Luca Campedelli. E verrà cronometrato. L'intervento più lungo della sua storia da presidente, nel giorno delle presentazioni, non ha quasi mai superato i tre minuti. Vedremo se saprà sorprendere questa volta. Poi c'è Mimmo. Un ritorno. Mimmo Di Carlo è rientrato al Chievo dopo una «pausa» di un anno. Non è finita bene l'avventura alla Samp. Ma la chiamata del Chievo lo ha aiutato a dimenticare in fretta e voltare pagina. Poco da aggiungere a quanto già detto in un anno e mezzo di magie. Il Chievo dovrebbe ripartire dal 3-5-2. Oggi la squadra va completata. Soprattutto in mezzo al campo. Ma al Chievo hanno sempre seguito la stessa strategia. La squadra si costruisce strada facendo.

    SARTORI MANDRAKE. Quest'anno, però, Giovanni Sartori si è superato. E i «colpi« piazzati in uscita dall'uomo di Sirmione hanno permesso di portare a casa più di undici milioni grazie alle cessioni di Mantovani, Constant e Parolo. Il vero capolavoro il direttore lo ha messo a segno consegnando Constant al Genoa. Il centrocampista era stato pescato tra i cadetti francesi e pagato una cifra non superiore ai 700mila euro. In fase di cessione l'operazione che ha portato in rossoblù Constant è stata valutata complessivamente 7 milioni di euro. Dieci volte tanto. Il denaro affluito nelle casse del club di via Galvani permetterà adesso di operare sul mercato con maggiore serenità. Il reparto difensivo sembra essere al completo. Serve un attaccante da «doppia cifra». Prestito, comproprietà, acquisto. Non importa come, ma il Chievo deve trovare un giocatore che possa permettere a Di Carlo di avere a disposizione almeno due giocatori da dieci-dodici reti a stagione. In attesa magari di qualche sorpresa. Perché Uribe e Thereau sono alla seconda prova. E potrebbero anche stupire.

    CHI ARRIVA? Non è da escludere comunque che già nelle prossime ore Sartori possa consegnare a Di Carlo qualche nuova pedina per la mediana. La squadra inizierà a lavorare da subito. Ma il gruppo è composto anche da una serie di giocatori che non rientrano nel progetto e che gradualmente verranno assegnati ad altre destinazioni. In questa prima fase del mercato Sartori ha pensato soprattutto a vendere. Gli unici due acquisti sono il difensore Acerbi e il centrocampista Hetemaj. Ma siamo solo all'inizio. E Sartori potrebbe ripetersi dopo aver consegnato l'anno scorso a Pioli Fernandes e Constant. I miracoli, a lui, riescono spesso. E forse, al di là delle solite realistiche dichiarazioni del tipo «vogliamo la salvezza, e nulla più», in casa Chievo potrebbe iniziare a buttare la testa oltre le nuvole. Vista Europa? Chissà.


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