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  • Chirico: 'Il furbo De Laurentiis fa i suoi interessi con l'amico De Luca, ma che autogol! Si rispettassero le regole...'

    Chirico: 'Il furbo De Laurentiis fa i suoi interessi con l'amico De Luca, ma che autogol! Si rispettassero le regole...'

    • Marcello Chirico
      Marcello Chirico
    La furbizia è un’abilità, lo sosteneva anche Prezzolini. A Napoli sono in tanti a possederla e farne sfoggio, non a caso il napoletano-tipo viene universalmente descritto come una persona scaltra, e quindi molto furba. L’ennesima controprova l’abbiamo avuta nel calcio durante l’ultimo weekend, quando abbiamo probabilmente assistito al classico pacco, doppio pacco e contropaccotto confezionato in tandem da Aurelio De Laurentiis e il governatore campano Vincenzo De Luca con, a contorno, il variopinto mondo dell’amministrazione pubblica partenopea.  

    Perché la sensazione fortissima è che la sceneggiata andata in scena tra sabato sera e l’intera domenica non abbia avuto affatto scopi filantropici (la salavaguardia della salute pubblica) ma il mero interesse di una società a non giocare la gara con la Juve perché privo di alcuni protagonisti importanti, a cominciare da capitan Insigne infortunato, a cui si sono poi aggiunti i positivi al Covid Zielinski ed Elmas. Che ci fosse poca voglia di giocarla lo si era già intuito a metà della scorsa settimana, quando De Laurentiis telefonò ad Agnelli per convincerlo a rinviarla. Per la cronaca, non era stato ancora comunicato l’esito del primo giro di tamponi, ma il presidente del Napoli era già in fibrillazione, spaventato – dicono i cantori del golfo – da quanto accaduto il precedente fine settimana col Genoa. "E se ci avessero infettati tutti quanti e poi, a nostra volta, contagiassimo quelli della Juve?" sarebbe stato lo scrupolo di Adl. La risposta di Agnelli fu: "Io mi attengo alle regole e la squadra la mando in campo". Colpito ma non affondato, perché De Laurentiis possiede risorse inimmaginabili.

    Esauriti i controlli coi tamponi, ed emersa la positività di Zielinski ed Elmas, è entrata inaspettatamente in campo la Asl campana dell’amico De Luca, sponsorizzato proprio dal presidente del Napoli prima dell’ultima tornata amministrava in Regione. Un’entrata a piedi uniti sul protocollo Covid varato pochi giorni prima da Lega e Figc, col consenso del CTS nazionale (leggi, Stato) con la quale l’Azienda sanitaria ha di fatto impedito lo svolgimento di Juventus-Napoli, sostenendo che la squadra partenopea non potesse partire per Torino ma fosse obbligata ad andare tutta in quarantena, essendosi manifestato al proprio interno un focolaio. Un divieto arrivato non immediatamente dopo il responso dei primi tamponi (giovedì scorso), ma sabato sera, quando la squadra stava per imbarcarsi da Capodichino. 

    A stretto giro di posta ha fatto seguito l’invio da parte di De Laurentiis a Lega e Federazione di un'esplicita richiesta di rinvio "senza alcun indugio" della partita. C’era il rischio di commettere un reato, è la versione di Aurelio. Quindi, la squadra non poteva lasciare il territorio campano. Che però non risulta essere nè in lockdown e nemmeno zona rossa. Banale considerazione: tutti quei governatori che finora hanno permesso le trasferte a squadre con al proprio interno casi di Covid, sono stati degli incoscienti? Solo De Luca e i suoi zelanti direttori di ASL si sono fatti degli scrupoli? Eppoi, a sovraintendere al regolare svolgimento dei campionati sono le Asl oppure fa giurispudenza la circolare ministeriale, con la quale si stabilisce, per filo e per segno, come comportarsi in caso di Covid? 

    Le regole – quando esistono, e sono chiare – andrebbero rispettate, ma spesso in Italia non va così. C’è sempre chi punta i piedi e si arroga il diritto di sovvertirle a piacere. Non so se davvero De Laurentiis abbia fatto leva sull’autorità sanitaria locale e se davvero il suo amico De Luca gli abbia fatto sponda in tutta questa storia. "Sospetti? Non ne ho, come potrei averne!" ha detto, tra il serio e l’ironico, Andrea Agnelli. Personalmente mi affido al vecchio adagio andreottiano: a pensar male si fa peccato, ma talvolta ci si azzecca. E se furbizia c’è stata, stavolta ha fatto autogol. Non penso però sia finita qui, nemmeno dopo il 3-0 a tavolino per la Juve. Dovesse venire accolto il ricorso del Napoli e la gara con la Juventus fatta giocare, sarebbe la cartina tornasole che questo è un Paese dei balocchi. E il mondo del calcio peggio.

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