Calciomercato.com

  • Il Milan fa il Milan e il pari a Salisburgo è musica dolce. Qui soffriranno in tanti, l'esordio è ok

    Il Milan fa il Milan e il pari a Salisburgo è musica dolce. Qui soffriranno in tanti, l'esordio è ok

    • Renzo Parodi
      Renzo Parodi
    Il Salisburgo non è l’Inter, invece il Milan è sempre il Milan e dunque l’1-1 nella città di Mozart, all’alba della maratona verso la coppa dalle Grandi Orecchie, è musica dolce per il Diavolo di mastro Pioli. Vantaggio austriaco con Okafor, pareggio di Saelemaekers, tutto nel primo tempo. Palo centrato da Leao (con l’involontaria collaborazione di Bernardo) al quarto minuto di recupero, ad un soffio del tramonto di un match che ha tenuto col fiato sospeso i trentamila della Red Bull Arena. Una vittoria del Milan non sarebbe stata una bestemmia, anzi. Al razzente primo tempo giocato in sciarpa e sciabola dagli scatenati Millenials di Iassler – segnatevi questo nome: Kameri, classe 2004, un piccolo fenomeno -  ha corrisposto una ripresa meno forsennata nei ritmi di gara, controllata meglio dal Milan che con Origi (subentrato a Giroud) e Leao allo spirare del match aveva annusato il profumo del gol da tre punti.

    Bene così, su questo campo che scotta nessuno trascorrerà serate tranquille. I verdissimi talenti assemblati da un club che fa dello scouting il proprio vangelo giocano un calcio tutto scatti e affondi, sostenuto da una tecnica sopraffina e garretti d’acciaio. Fernando, Okafor, Kameri, Capaldo, Kjaergaard e il giovanissimo Seskic, entrato nel finale al posto dell’acciaccato Fernando, faranno parlare parecchio di sé. Il Milan ha fatto il Milan, superando con il minimo danno (il gol di Okafor) il burrascoso avvio dell’avversario. Alla lunga l’esperienza e il sagace palleggio di Tonali, Bennacer, De Katelaere (a sprazzo, ma il ragazzo ha stoffa) e le rincorse di Theo Hernandez, Saelemaekers e Leao hanno fatto premio sul ritmo degli austriaci, fatalmente calato dopo i prodigiosi assalti dei primi 45’.  
     
    Il Salisburgo campione d’Austria nelle ultime nove stagioni non tradisce e non smentisce le belle referenze che l’accompagnano. Squadra giovane sfacciata, porta valorosamente in giro per l’Europa il marchio di fabbrica del calcio di famiglia: Red Bull, eccellenza nella formula 1 (ahi Ferrari…) e società di punta nel calcio, col Lipsia. I ragazzi del Toro Rosso partono all’attacco per linee verticali, issandosi sulla velocità di Okafor, Fernando, Capaldo, Kameri. Pressing alto e furente, portato da centrocampi di ottimi piedi e di fervide intenzioni. Le due punte, il brasiliano Fernando e lo svizzero Okafor, stanno larghi e si scambiano spesso le posizioni per aprire la difesa rossonera e favorire gli inserimenti della mezza punta, Kameri o Capaldo che si scambiano i ruoli e alimentano il tourbillon sulla trequarti campo del Milan. Nel Salisburgo forfait nel riscaldamento di Wober, sostituto da Pavlovic. Pioli ha confermato gli undici iniziali del derby con Saelemaekaers al posto di Messias e proprio il guizzante belga è il più vivace palla al piede e diventa il grimaldello che scavalcare il pressing alto deli austriaci e innescare Leao e Giroud. Il gran movimento delle sanguisughe di Iassler, giovanissimo allenatore (34 anni!) costringe il Milan a lavorare palle morte e produce uno sterile possesso che consente al Salisburgo di restare compatto dietro la linea del pallone; per poi armare ripartenze fulminanti. L’equilibrio si spezza al minuto 18, Bennacer dormicchia col pallone fra i piedi al limite dell’area, Fernando glielo scippa e innesca Okafor, dribbling e tunnel in area su Kalulu e destro malignetto che Maignan sul suo palo non riesce ad intercettare. 1-0 Salisburgo. La Red Bull Arena, colma di 30mila spettatori (duemila sono milanisti) esplode nell’urlo di giubilo.

     Il match corre via rapido, il Milan tenta penetrazioni esterne senza gran successo, troppi errori di misura negli appoggi, poca velocità di esecuzione. Leao dormicchia, Saelemaekers schizza rapido e si propone nello spazio con tagli interni e sovrapposizioni, De Katelaere zampetta qua e là alla ricerca della posizione e però quando intercetta il pallone lo lavora con classe e ispirazione. Qualche piccolo spigolo (gialli per Capaldo e Tomori) però il match scorre via liscio. Al 40’ il migliore dei rossoneri, appunto Saelemaekers, conclude con un bel sinistro centrato nella rete una razzente ripartenza innescata dal break di Bennacer e rifinita con i fiocchi da Leao, il portoghese quando accende i razzi col pallone fra i piedi è praticamente imprendibile ed è un peccato che i suoi lo cerchino di rado.
    Ripresa. Il Salisburgo cala vistosamente il pressing e il Milan riprende le misure alla partita, alzando le linee a centrocampo e negando gli austriaci le ripartenze che l’avevano messo in croce nel primo tempo. All’8 Fernando letteralmente si divora il pallone del 2-1, scaricando in tribuna un servizio tranciante da sinistra di Kjaergaard.

    Tre minuti dopo Pioli dà tregua a Giroud, Bennacer e Calabria e mette mano a Origi, Pobega e Dest. Il Salisburgo procede a strappi e tiene sul chi vive la difesa milanista. Maignan ha i riflessi pronti su un destro schioccante di Seiwald. Squadre lunghe e spazi liberi da una parte e dall’altra per lavorare palloni senza l’assillo del pressing avversario. Fernando acciaccato lascia a Sesko, Kameri a Gourna-Douath che si piazza davanti alla difesa, segno che il Salisburgo si accontenta del pari.
    Il Milan viceversa cerca il gol da tre punti e ci arriva vicino, tentativi di Pobega, e soprattutto con Brahim Diaz, subentrato a De Kateleare, l’incerto portiere Kohn stavolta ha i riflessi giusti e lo anticipa al pelo in uscita bassa sull’assist di Origi. Il finale è rossonero e il destro di Leao, corretto da Bernardo (subentrato alla fine del primo tempo all’infortunato Solit) è il sigillo al match. Sabato la Sampdoria a Genova. Si preannuncia un’altra serata di gala. 


     

    Altre Notizie