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  • Il Milan senza Ibra non sa vincere, la rimonta Champions è un'utopia

    Il Milan senza Ibra non sa vincere, la rimonta Champions è un'utopia

    • ​Alberto Cerruti
      ​Alberto Cerruti
    No Ibra, no Milan. Sarà un caso, ma la prima assenza per motivi fisici dello svedese interrompe la serie di tre vittorie consecutive dei rossoneri in campionato. Giusto così, comunque, perché l’1-1 contro un ottimo Verona fotografa alla perfezione meriti e demeriti dei rossoneri, capaci di acciuffare almeno il pareggio dopo essere stati in svantaggio, ma incapaci di vincere e anzi salvati da due pali colpiti da Pessina e Zaccagni all’inizio della ripresa, prima del palo finale colpito da Castillejo. E così l’unica piccola consolazione è il debutto in serie A di Daniel Maldini, 18 anni, applaudito da papà Paolo in tribuna. Troppo poco, comunque, per sognare una rimonta clamorosa in campionato perché, con o senza Ibrahimovic, il Milan è questo, una squadra con più volontà che qualità, per evidenti limiti tecnici di troppi giocatori.

    SPRINT VERONA Come previsto, in assenza di Ibrahimovic, il tandem d’attacco è composto da Leao e Rebic, perché Pioli non ritocca il nuovo 4-4-2, in cui Musacchio torna al fianco di Romagnoli, al posto dell’altro nuovo acquisto e nuovo infortunato Kjaer. Ma le novità non finiscono qui, perché Calabria torna a destra, con Conti retrocesso in panchina, mentre Calhanoglu si sposta in mezzo al campo al fianco di Kessie per sostituire lo squalificato Bennacer. Le altre pedine del puzzle rossonero sono Theo Hernandez, quarto a sinistra nella linea difensiva, con Bonaventura e Castillejo esterni di centrocampo. Tutto chiaro in teoria, ma non nella pratica perché il Verona sale subito in cattedra giocando senza alcun timore reverenziale e non a caso spaventa subito i fedelissimi di San Siro, passando in vantaggio dopo 13’. Merito di Zaccagni che supera Calabria sulla sinistra e di Faraoni che sfrutta il cross al centro, anticipando Hernandez con la deviazione che spiazza Donnarumma.

    PUNIZIONE DEVIATA La risposta del Milan si fa attendere, perché i limiti dei rossoneri in fase di costruzione sono noti, con o senza Ibrahimovic e a maggior motivo in assenza di Bennacer, l’unico regista vero. Calhanoglu, infatti, fatica a impostare l’azione, Kessie gira a vuoto, mentre Castillejo e Bonaventura offrono pochi cross giocabili e così Rebic e Leao rimangono troppo isolati. Improvvisamente, però, il gol del pareggio arriva lo stesso. E pazienza se in teoria è un autogol, perché la punizione di Calhanoglu è chiaramente deviata da Verre in barriera. Quello che conta, come contro il Torino in coppa Italia, è il venticello della fortuna che dà una mano al turco in particolare e al Milan in generale, che dopo mezz’ora torna in partita.

    DOPPIO PALO Trovato il pareggio, la squadra di Pioli trova maggiore fiducia e potrebbe, anzi dovrebbe, passare in vantaggio ma Rebic in contropiede si divora il pallone del 2-1. Un errore grave che i rossoneri rischiano di pagare all’inizio della ripresa, quando il Verona parte benissimo come nel primo tempo. La fortuna, però, aiuta ancora Romagnoli e compagni perché il colpo di testa di Pessina va a sbattere sul palo alla sinistra di Donnarumma. E dieci minuti dopo è l’altro palo a respingere la conclusione di Zaccagni, smarcato da Faraoni. E allora Pioli prova a correre ai ripari rilanciando Paquetà al posto di Bonaventura.

    ROSSO VAR Prima ancora di capire se la mossa funziona, la svolta arriva dal Var che richiama l’arbitro Chiffi per segnalargli una brutta entrata da carrellino rosso di Amrabat su Castillejo. E così il Verona gioca gli ultimi 25’ con un uomo in meno, presentando il fresco ex Borini al posto di Cerri, mentre Pioli fa debuttare l’ultimo arrivato Saelemaekers rinunciando a Calabria. Ma al di là di tutte le sostituzioni, la partita è cambiata perché il Milan chiude il Verona nella propria metà campo, come non aveva mai fatto fin qui. Ci provano tutti, Castillejo da destra, Hernandez da sinistra e Leao dal centro, ma per una volta la fortuna aiuta anche il Verona, perché la conclusione ravvicinata di Castillejo va a sbattere sul palo alla sinistra di Silvestri. E così l’ultima emozione è il debutto in serie A di Daniel Maldini, 18 anni, che entra in pieno recupero al posto di Castillejo. E come il papà Paolo, che Liedholm fece esordire il 20 gennaio 1985 a Udine, anche lui si deve accontentare di un 1-1 alla sua prima partita in serie A. Con la speranza e l’augurio che ripeta la stessa carriera del padre.


    IL TABELLINO


    Milan-Verona  1-1   (primo tempo 1-1)

    Marcatori: 13' pt Faraoni (Ve), 29' pt Calhanoglu (Mi)

    Assist: 13' pt Zaccagni (Ve)

    Milan (4-4-2): Donnarumma G; Calabria (dal 32' st Saelemakers), Musacchio, Romagnoli, Theo Hernandez; Castillejo (dal 48' Maldini), Kessie, Calhanoglu, Bonaventura (dal 19' st Paquetà); Leao, Rebic. A disposizione: Begovic, Donnarumma A, Conti, Gabbia, Laxalt, Brescianini, Paquetà, Maldini, Saelemaekers. All. Pioli.

    Verona (3-4-2-1): Silvestri; Rrahmani, Gunter, Kumbulla; Faraoni, Amrabat, Veloso, Lazović; Verre (dal 25' Borini), Pessina; Zaccagni (dal 4' Dawidowicz). A disposizione: Berardi, Radunović, Eysseric, Stepinski, Di Carmine, Pazzini, Bocchetti, Borini, Dimarco, Dawidowicz, Empereur, Adjapong. All. Jurić.

    Ammoniti: 24' pt Rrhamani (Ve), 46' pt Hernandez (Mi), 41' st Pessina (Ve), 47' st Borini (Ve)

    Espulsioni: 23' st Amrabat (Ve)

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