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  • Il Mondiale ha già un vincitore: è il ct dell'Uruguay Tabarez

    Il Mondiale ha già un vincitore: è il ct dell'Uruguay Tabarez

    • Marco Bernardini
    Il Mondiale è un bellissimo romanzo che viene riscritto ogni quattro anni e che non smette mai di affascinare, entusiasmare, persino commuovere. Storie e personaggi si susseguono e vengono scolpiti nella pietra a futura memoria per chi c'era e per coloro che ne hanno solamente sentito dire. L'urlo di Tardelli, la mano de Dios di Maradona, la capocciata di uno stralunato Zidane contro il petto di Materazzi. Sono storie eterne. Quello di quest'anno, appena cominciato, è un Mondiale che pareva non dover dire nulla o per lo meno poco a quelli che tifano Italia e basta.

    Invece il prologo di questo nuovo romanzo è stato addirittura struggente. Per chi ha visto Uruguay-Egitto, ma soprattutto per chi non ha potuto guardarla perché ovviamente a lavoro, ci teniamo a riportare un evento che è andato dritto al cuore. Parliamo di un uomo di 71 anni che era sulla panchina dell'Uruguay, malgrado la grave malattia che lentamente ma inesorabilmente lo sta trascinando verso la condanna della paralisi agli arti inferiori. E' il Ct della Celeste Oscar Washington Tabarez, il quale da due anni allena e dirige la sua squadra prima aiutandosi con le stampelle e da qualche mese addirittura con una sedia munita di comandi elettrici. Ebbene, l'Uruguay stava faticando più del lecito per contrastare un Egitto stupefacente anche senza Salah. Poi, al novantesimo, il miracolo uruguagio. Cross di Cavani e capocciata di un difensore, Gimenez, che permetteva alla squadra sudamericana di vincere la partita del suo esordio.


      Le telecamere di tutto il mondo hanno inquadrato il popolo della panchina Celeste che, dopo la rete, schizzava in piedi e correva a festeggiare il goleador del momento. Nella "buca" rimaneva Tabarez. Lui che, quasi con le lacrime agli occhi, agguantava le due stampelle e con una fatica da Sisifo e cercava di uscire da quella stramaledetta buca. La scena è stata davvero toccante. Tabarez, a un tratto, rischia di scivolare e di cadere addirittura per terra. Poi, spinto dalla gioia e dalla rabbia insieme, trova la forza e il coraggio di far leva sulle due stampelle, mettersi in piedi, accennare qualche passo verso il campo e liberare tutte le sue emozioni con un urlo che rimarrà sicuramente nella storia.

    Sarà anche un Mondiale senza l'Italia, però è un Mondiale che ha già trovato il suo campione.  

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