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  • Il Napoli mette Milano e l'Inter faccia a terra

    Il Napoli mette Milano e l'Inter faccia a terra

    el festival sudamericano spunta un maggiolino italiano. Il Napoli mette Milano faccia a terra: dopo il Milan, stende anche l’Inter. Tre gol per uno, non fanno male a nessuno: direbbe il proverbio. Un po’ meno gli interessati. Ieri sera San Siro si sarebbe mangiato l’arbitro: il protagonista in più, se non proprio l’uomo in più . Aveva ragione Mancini: Rocchi è sempre sfortunato nelle sue partite con l’Inter. Sfortunato è termine soft. Anche stavolta. Il 3-0 del Napoli non va spiegato solo con gli errori arbitrali. D’accordo statistica e tradizione potevano mettere sulla strada: il Napoli ha perso gli ultimi 8 incontri con l’Inter a San Siro e non vinceva a Milano da 17 anni, ma qui L’Inter ha messo molto del suo. Squadra da lavori in corso e da lavori in corsa. Napoli molto più sicuro del fatto suo, tanto da attendere un tempo prima di tirare i colpi del ko. Giocare in undici contro 10 è comunque un bel vantaggio e per l’Inter una sofferenza non sostenibile. Lo ha dimostrato il campo: il gol sbagliato da Zuniga sul 2-0 e il gol da triplete conquistato da Hamsik parlano chiaro.

    Partita davvero vissuta attraverso gli episodi. Bisogna ricordare la prima ammonizione di Obi, assolutamente fasulla, per poi capire i danni provocati dal rigore: discutibile senza avere la moviola al fianco, fasullo per chi poteva giovarsi subito dell’occhio della moviola. Quell’errore ha portato una serie di conseguenze perfino eccessive, ma che hanno scoperto il nervo nerazzurro. Julio Cesar aveva rimesso in sesto la squadra parando il rigore con il riflesso del gattone. Bravo lui, addormentati gli altri. Nagatomo, appena entrato, si è lasciato sfuggire via Campagnaro ed è stato fiasco nerazzurro e gol napoletano. E da quel momento l’Inter ha davvero perso la testa: Lucio si è fatto ammonire, qualcuno ha picchiato, Julio Cesar ha esagerato con proteste plateali, Ranieri ha combinato il pasticcio andando a dirsene quattro con l’arbitro e subendo un’espulsione che non depone a favore di chi dovrebbe gestire meglio le tensioni.

    E così l’Inter si è ritrovata a palato amaro e lingua di fuori dopo un primo tempo che le ha promesso molto e mantenuto poco. Il Napoli ha giocato con saggezza calcistica e forse un pizzico di timore: raccolto, attento, sicuro nei centrocampisti. Inter molto più decisa, talvolta bella nel coglier l’occasione, partenza da Speedy Gonzalez sostenuta dalle poderose percussioni di Maicon, che doveva avere la voglia repressa di un leone in gabbia. Pazzini e Forlan sono stati attaccanti, più che coppia d’attacco e in tre partite l’Inter non ha ancora segnato un gol a San Siro. E l’arbitro Rocchi ha cavato l’unica chicca della sua serata pescando perfettamente il Paz in fuorigioco, servito da una furibonda penetrazione di Zanetti: altro episodio, ma stavolta in positivo. In questa sorta di ping pong fra l’attendismo napoletano e il movimentismo nerazzurro ci sono state tante idee e pochi tiri in porta.

    Poi l’Inter ha pagato inferiorità numerica e vecchi vizi difensivi all’inizio della ripresa, quando Mascara ha innescato Maggio, sfuggito a Nagatomo ancora una volta nella parte del fesso. Il pallonetto che ne è seguito ha sorpreso Julio Cesar. Ed è cominciata la débâcle.


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