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  • Inter, dopo Inzaghi Dimarco ha convinto anche Mancini. Tra delusioni e mercato, è lui l’erede di Perisic?

    Inter, dopo Inzaghi Dimarco ha convinto anche Mancini. Tra delusioni e mercato, è lui l’erede di Perisic?

    • SG
    Nell’Italia che ha battuto l’Inghilterra si è messo in evidenza Federico Dimarco. Un palo colpito nel secondo tempo, tanta corsa e tanti cross per le punte azzurre. L’ennesimo esame superato dall’ex Verona che, gara dopo gara, si è preso il posto da titolare prima all’Inter e poi con la maglia della Nazionale. Una crescita inarrestabile che ha reso il ragazzo di Porta Romana una certezza per il presente ma anche per il futuro delle sue due squadre.

    ADATTAMENTO - A 24 anni, l’esterno mancino si trova nel momento migliore della carriera. La passata stagione è stata quella dell’adattamento all’Inter. Ci sono stati, certo, brutti stop: dal rigore sbagliato sotto la Nord contro l’Atalanta al gol subito da Arnautovic su una sua marcatura rivedibile nella famosa trasferta di Bologna. Tifoso interista da sempre, la sua squadra si è affidata anche a lui e, passo dopo passo, gli ha concesso sempre più fiducia. Da braccetto difensivo a esterno a tutta fascia, il jolly di Inzaghi si sta imponendo e, complici anche le prestazioni deludenti di Gosens, sta portando avanti la sua candidatura ad erede di Perisic. La partenza del croato ha lasciato un buco su quella corsia che il tedesco non ha saputo ancora riempire. Con grinta, tecnica e volontà ci sta provando lui. Con qualità ben diverse dagli altri. Meno fisico, imponente e impetuoso, Dimarco sa essere un esterno di grande qualità, capace di cross precisi e passaggi illuminanti. Meno atleta, come dimostrato nell’errore di Roma con la Lazio, quando dopo due discese sulla fascia si è fermato per rifiatare e ha perso il taglio di Felipe Anderson, ma una sorta di regista defilato.

    MANCINI - Duttile e utile, questa consacrazione lo ha portato ad abbandonare i panni del dodicesimo uomo, il primo a cui rivolgersi per far rifiatare qualche titolare, e fargli vestire quello della certezza. Con Mancini ormai il feeling è evidente, viste le 5 gare giocate con l’Italia in pochi mesi. Il contributo dell’ex Sion e Parma è ben diverso da quello che assicura Emerson Palmieri. Dimarco sa andare oltre il compitino e diventare una spina nel fianco delle difese avversarie.

    FUTURO - Negli ultimi giorni di calciomercato, quando Gosens pareva destinato al Bayer, l’Inter si è subito interessata a nuovi esterni mancini, vedasi Borna Sosa, eppure forse un esterno di livello internazionale ce l’aveva già in casa. Anche nella passata stagione, per lui si era prevista una stagione da comprimario. E invece ha saputo ritagliarsi il suo spazio con 42 presenze in tutte le competizioni. E quest’anno saranno ancora di più. Dimarco è stato di fatti sempre in campo in questa Serie A con 7 presenze su 7 gare giocate, giocando il 71% dei minuti da titolare. Ripercorrendo un po’ la scia di un altro esterno familiare ai colori nerazzurri: quel Javier Zanetti costantemente messo fuori dagli undici ideali in estate e poi sempre in campo, in barba alle previsioni. La prestazione contro l’Inghilterra (e Reece James) ha dimostrato come, nonostante limiti fisici conclamati e rispecchiati dai suoi 175 cm, si tratti di un giocatore in rampa di lancio. Giocare questo tipo di partite non fa altro che far aumentare fiducia, esperienza e consapevolezza. Mancini potrebbe aver fatto un regalo a Inzaghi, consegnandogli un giocatore ormai fatto e finito, una certezza per la fascia mancina di oggi e domani.

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