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  • Inter in finale, ma la resa dei conti tra Conte e Marotta è solo rinviata: il gelo e quell'abbraccio non corrisposto...

    Inter in finale, ma la resa dei conti tra Conte e Marotta è solo rinviata: il gelo e quell'abbraccio non corrisposto...

    • ADG
    L'Inter è in finale di Europa League, con tutti gli onori e gli oneri del caso, ma la resa dei conti tra Antonio Conte e Beppe Marotta è solamente rinviata: il rapporto tra l'allenatore e l'amministratore delegato dei nerazzurri, l'uomo che lo ha voluto al timone del nuovo progetto targato Suning, è rimasto molto freddo in seguito alla sfuriata del tecnico dopo il match vinto 2-0 a Bergamo contro l'Atalanta, che è valso il secondo posto alle spalle della Juventus.

    CONTE ANCORA IRRITATO CON MAROTTA E AUSILIO - Parole dure, violente, quasi di rivalsa. La situazione è rientrata grazie anche allo splendido cammino europeo dell'Inter, che è arrivata all'epilogo del 21 agosto in Europa dopo le vittorie contro Getafe, Bayer Leverkusen e Shakthar Donetsk, ma la polvere è finita sotto il tappeto: secondo quanto appreso da Calciomercato.com Conte sarebbe ancora irritato con la dirigenza, Marotta e Ausilio appunto, per non averlo a suo dire appoggiato e difeso abbastanza durante la stagione che si avvia alla conclusione, anche dopo i suoi sfoghi contro i "poteri forti", più che con la proprietà cinese, come testimonia anche il rapporto con Zhang. Protezione che l'allenatore ex Juve si aspettava dalla dirigenza anche nei confronti di stampa e media, rei a suo dire di avere esagerato con le accuse nei suoi confronti.

    LA RESA DEI CONTI E QUELL'ABBRACCIO 'SIMBOLO' DEL GELO - Confronto che a questo punto sarà decisivo e andrà in scena dopo la finale di Colonia: Conte non ha intenzione di ammorbidire le proprie posizioni e questo "stallo alla messicana" potrebbe anche avere risvolti clamorosi, anche qualora dovesse arrivare la vittoria. L'episodio simbolo della freddezza tra le due anime della società è stato palese dopo il triplice fischio del match contro gli ucraini. Vittoria, giubilo e abbracci per tutti da parte dell'allenatore: staff, collaboratori, giocatori, Oriali e Zanetti. Poi arriva Marotta, con le braccia tese: Conte lo guarda e sfugge la presa, in maniera quasi refrattaria. Come se ci fosse qualcosa di insoluto tra i due, un rapporto che non è più quello degli "Antonio" e delle manifestazioni di affetto di una volta, un diverbio insoluto che dovrà essere chiarito: per il dentro o fuori definitivo.

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