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Inter-Sanchez, 'sognando' Zamorano: i cileni in Serie A si esaltano

Inter-Sanchez, 'sognando' Zamorano: i cileni in Serie A si esaltano

  • Furio Zara
    Furio Zara
Cileni in serie A, sinonimo di temperamento, spesso affidabilità, di sicuro personalità. Quella non manca mai. Dal tostissimo Jorge Toro (una stagione con la Sampdoria nel 1962-63) che arrivò in A dopo la Battaglia di Santiago (Cile-Italia 2-0 nel Mondiale ’62), fino ad Alexis Sanchez, di ritorno in Italia, stavolta con l’Inter, dopo il triennio in cui si è fatto conoscere all’Udinese, quando era soprannominato El Niño Maravilla. Niño non lo è più, qualche Maravilla la sa ancora piazzare. 

Cileni in serie A, i due migliori sono stati Ivan Bam Bam Zamorano e Arturo Vidal, Inter il primo, Juventus il secondo. 148 presenze e una Coppa Uefa per Zamorano, centravanti senza paura, idolo dei tifosi nell’epoca di Ronaldo il Fenomeno, cui fu costretto a cedere la maglia, (ricordate la maglia 1+8 con cui si presentò in campo?) per il coraggio con cui si buttava su ogni pallone. Qualche anno prima della sua esperienza all’Inter (1996-2001) aveva fatto un provino con il Bologna, che però l’aveva bocciato preferendogli - tenetevi forte - tale Hugo Rubio, 14 presenze e zero gol nel 1988-89. Zamorano e Rubio - tra l’altro - sono grandi amici. Insieme hanno pure aperto un’agenzia che qualche anno fa seguiva i connazionali in giro per l’Europa. A proposito: i cileni dell’Inter - prima di Sanchez - sono stati quattro: Ivan Zamorano, David Pizarro, Luis Jimenez (paradossalmente è quello che ha giocato meno, 30 partite, e vinto di più: due scudetti) e quel mastino purosangue di David Medel, noto alle cronache come Pitbull.

I cileni in serie A hanno una lunga frequentazione come Nicolàs Cordova, che ha speso tutta la sua carriera da noi: undici anni e nove squadre dal 2001 al 2012 girando l’Italia tra Perugia, Crotone, Bari, Livorno, Ascoli, Messina, Grosseto, Parma e Brescia. Benissimo nella Lazio (1998-2001, 34 gol) fece Mauricio Salas, che nella Roja faceva coppia con Zamorano; ma alla Juve non trovà spazio e viene ancora ricordato per quel rigore calciato alle stelle nel derby col Toro (con Maspero che gli scavò la buca). Onesto il passaggio di Mati Fernandez (Fiorentina, Milan) e di Mauricio Isla (tanta Udinese, un biennio alla Juventus). Prometteva molto ma ha mantenuto poco il fantasista Luis Jimenez: esploso alla Ternana, poi Fiorentina, Lazio, Inter (due scudetti da comprimario), Parma e Cesena.

Se David Pizarro per anni è stato tra i migliori registi della serie A con Udinese, Inter, Roma e Fiorentina (pochi sapevano far girare il pallone con le sue frequenze); un discorso a parte merita Mauricio Pinilla, tra gli attaccanti più temerari e acrobatici della sua generazione. Per una rovesciata ben riuscita (e ne ha fatte molte) avrebbe venduto sua madre. Strepitoso nell’anno di B col Grosseto: 24 gol in 24 partite, poi Palermo, Cagliari (il biennio migliore), Genoa e Atalanta, prima di tornare in patria. Tipo strano, Pinilla. Si è fatto tatuare la traversa colpita al Mondiale brasiliano del 2014, nella sfida contro il Brasile. Il tiro da fuori area finì sulla traversa, si stava a pochi istanti dalla fine del secondo tempo supplementare e quel rigore avrebbe promosso ai quarti il Cile (invece - sempre ai rigori - passò la Selecao). Pinilla accanto al disegno della conclusione che poteva scrivere la storia si è inciso sulla pelle la seguente frase: «A un centimetro dalla gloria». A Napoli ricordano Eduardo Vargas solo per i soldi spesi: quasi 15 milioni, ripagati da una stagione incolore (2012-13). Pensate: da ragazzino Vargas partecipò a un reality show con un altro futuro calciatore, quel Felipe Seymour che in Italia ha giocato quattro anni (Genoa, Catania, Chievo, Spezia) ma senza lasciare tracce significative. Con Alexis Sanchez, i cileni in serie A oggi sono tre: oltre al neo-interista ci sono anche Erik Pulgar, appena passato dal Bologna alla Fiorentina, e Francisco Sierralta, che dopo il biennio al Parma sta cercando spazio e continuità all’Udinese.

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