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  • Italia, il turnover pagherà agli ottavi: la Spagna non l'ha fatto e sarà più stanca

    Italia, il turnover pagherà agli ottavi: la Spagna non l'ha fatto e sarà più stanca

    • Giancarlo Padovan

    L’Italia che contro l’Irlanda ha perso (1-0) la sua prima partita all’Europeo (speriamo l’unica, altrimenti da adesso in avanti si torna a casa), non ha giocato peggio di quella che ha battuto la Svezia. Solo che la Svezia, forse la nazionale meno presentabile dell’intero torneo, non ha né la forza, né lo spirito, né il coraggio dell’Irlanda.

    E’ vero, Conte aveva messo in campo un’Italia B (otto cambi rispetto alla partita con la Svezia più gli inserimenti di Darmian, Insigne e El Shaarawy), però fino a sei minuti dalla fine il risultato era di 0-0 e Insigne, appena entrato, aveva colpito un palo, ripetendo quasi in toto l’azione di Eder contro gli scandinavi

    La differenza, ovviamente, non sta tutta lì. Gli azzurri hanno giocato una partita lenta e prevedibile, bloccata sulle fasce dove invece, di solito, creiamo superiorità sia con gli smarcamenti, sia con il dribbling.

    In questo senso ha molto deluso Bernardeschi che ha sia il cambio di passo, sia la proprietà tecnica per saltare l’uomo. Detto che il campo era pessimo, il viola è parso troppo timido e preoccupato. Tra l’altro ha commesso anche un fallo da rigore, nel finale di primo tempo, che avrebbe potuto portare l’Irlanda in vantaggio molto prima.

    Dall’altra parte De Sciglio ha fatto meglio la fase difensiva (era logico), ma ha spinto poco o nulla. E contro questa Irlanda presidiare non è bastato.

    Un altro difetto dell’Italia è stato quello di difendere troppo bassi. Un problema che non ha avuto solo la difesa (Barzagli, Bonuccci e Ogbonna), ma anche il centrocampo (Florenzi, Thiago Motta e Sturaro): poche le palle recuperate, molte quelle mal gestite, come dimostrano i numeri del possesso palla. Inutile spiegare che l’Irlanda gioca con i lanci lunghi a scavalcare il centrocampo. Lo sapevamo e sorprenderci non ha nessun senso.

    Nonostante tutto, qualche occasione a vantaggio dell’Italia è venuta. Detto di quella clamorosa di Insigne (stava giocando con Zaza, la mia coppia preferita), hanno concluso da fuori, e di pochissimo, sia Immobile, sia lo juventino (girata alta).

    Insigne e Zaza sono stati anche quelli che hanno corso di più all’indietro, contrastando e contendendo palla ai difensori irlandesi in fase di uscita e costruzione.


    Il gol, il primo subìto in tre partite, è da ascrivere, oltre al tempismo di Brady, ad un errore in coabitazione tra Bonucci e Sirigu sulla palla lunga messa dentro l’area.

    Comunque la sconfitta non deve rattristare Conte, l’ambiente e i tifosi degli azzurri. Sia perché non fa male (l’Italia era prima del girone), sia perché le scelte del c.t. hanno consentito di dare un turno di riposo a quasi tutti i titolari. Una precauzione che la Spagna, contro la Croazia, non ha preso. Le conseguenze si potrebbero vedere nello scontro diretto di lunedì nel quale l’Italia, a mio parere, non parte né battuta, né penalizzata.

    Avremo modo di analizzare anche dal punto di vista tattico la sfida con la Spagna.

    Nel frattempo credo che Conte abbia le idee più chiare a proposito degli uomini che schiererà titolari. Una certezza viene dai subentranti: Zaza da una parte (e lo si sapeva), Insigne dall’altra (ed è stata una rivelazione della gara contro l’Eire) sono elementi che nell’ultimo spezzone di gara possono incidere o cambiare una partita.

    Per il resto penso che Conte lunedì tornerà allo schieramento consueto, ma che tattica e strategia torneranno ad essere rigorose, quasi ferree, come sono state contro il Belgio. Solo così possiamo pensare di giocare alla pari dei campioni d’Europa e, alla fine, di poterla spuntare.

     

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