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  • Jacobelli: se anche Sacchi scivola sulle banane di Tavecchio

    Jacobelli: se anche Sacchi scivola sulle banane di Tavecchio

    Dice di essere stato travisato: 'Figuratevi se io sono razzista. Ho solo detto che ho visto una partita con una squadra che schierava 4 ragazzi di colore. La mia storia parla chiaro, ho sempre allenato squadre con diversi campioni di colore e ne ho fatti acquistare molti, sia a Milano che a Madrid. Volevo solo sottolineare che stiamo perdendo l’orgoglio e l'identità nazionale'. Speriamo.
    Ribadisce di non essere razzista, ma ha detto: "Ci sono troppi neri nelle nostre giovanili". E allora, qual è il problema? Cosa c'entra il colore della pelle?
    Insiste: "Non sono razzista, lo dimostra la mia storia di allenatore con Rijkaard. Ma guardando al Viareggio, ci sono troppi giocatori di colore fra gli Under 20".
    Certo che Sacchi non è razzista, ma ci mancava solo che dicesse:  ci sono troppi Opti Poba. E il brutto è che queste parole, Arrigo, 68 anni, uno degli allenatori che appartiene alla storia del calcio mondiale per ciò che ha fatto, per ciò che ha vinto, per come ha vinto, le ha proferite durante la cerimonia di un premio intitolato a un tecnico indimenticabile anche per la sua umanità, il suo senso del rispetto, la sua sensibilità: Tommaso Maestrelli.
    Se anche un fuoriclasse del calibro di Sacchi scivola sulle banane di Tavecchio, siamo messi male. L'ex coordinatore delle nazionali giovanili sostiene di avere voluto evidenziare "il" problema: l'esterofilia che affligge molti club addirittura a cominciare dai vivai. Considerazione ineccepibile poiché fotografa un dato di fatto. Ma Sacchi sa bene che le parole pesano come pietre.
    Come quelle di Tavecchio ("Prima di venire a giocare in Italia i giocatori extracomunitari mangiavano le banane"), che ricorderemo sempre al presidente della Figc, squalificato per sei mesi dall'Uefa e ai sodali con la faccia di bronzo che hanno fatto finta di nulla. In questi casi, la memoria è l'esercizio migliore per combattere ogni rigurgito di discriminazione.
    No, caro Arrigo. Il calcio italiano non ha perso orgoglio e dignità perchè in una squadra Primavera in azione al Viareggio ci sono quattro giocatori africani.
    Ma che caspita c'entra il colore della pelle? Il Paese di provenienza? Ma non ci avete detto, dopo il disastro brasiliano, che bisogna copiare il modello tedesco d'integrazione anche nel calcio? Il nostro ha perso orgoglio e dignità perchè è infestato da una Casta che in questi giorni ha esibito ancora una volta arroganza e una protervia medievali; che in questi anni dei vivai se n'è infischiata, buttando dalla finestra centinaia di milioni per ingaggiare e strapagare bidoni italiani e stranieri; che i settori giovanili ha osteggiato, trascurato, vilipeso.
    Questo bisogna dire, caro Arrigo. E occhio alle banane. C'è il rischio di farsi male.


    Xavier Jacobelli
    Direttore Editoriale www.calciomercato.com


     

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