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  • Juve, anche l'indice di liquidità fra i 'freni' del mercato: niente follie economiche

    Juve, anche l'indice di liquidità fra i 'freni' del mercato: niente follie economiche

    • ET
    Niente spese folli, acquisti ponderati e, soprattutto, l'obiettivo dichiarato di chiudere questa sessione di calciomercato in pareggio o, meglio, in attivo. Le linee guida che la Juventus si è data per questa finestra invernale di mercato sono chiare e, non a caso, anche per chiudere il colpo Tiago Djalò, soffiandolo all'Inter, il club bianconero sta aspettando di completare gli incassi della cessione di Ranocchia e del plusvalore che il Genoa dovrà girare a Torino per la cessione di Dragusin. Ma perché c'è tutta questa attenzione? Le chiavi sono due e si chiamano equilibrio economico e soprattutto indice di liquidità.

    COS'È L'INDICE DI LIQUIDITA' - L'indicatore di liquidità è un parametro che la Figc e la Covisoc hanno introdotto l'annata successiva a quella in cui arrivò a metà stagione il fallimento del Parma Calcio. È uno strumento che misura e mette a rapporto attività correnti (AC) e passività correnti (PC) e questo risultato AC/PC, anche per questa stagione, non dovrà scendere sotto il valore di 0,6. Se questo valore dovesse scendere al di sotto della soglia minima allora la Covisoc disporrebbe la non ammissione ad operazioni di acquisto di calciatori per le due sessioni di mercato annuali.

    LA JUVE È AL LIMITE - La situazione contabile che fa fede per la sessione invernale è quella chiusa al 30 settembre e la Juventus all'epoca non aveva ancora annunciato e chiuso l'aumento di capitale che si concretizzerà per i conti Covisoc sull'indice di liquidità a partire dal 31 marzo. Ad oggi la società torinese è nei parametri, ma al limite e questo sta incidendo, come detto insieme all'equilibrio economico, sulle scelte di questo mercato. Giuntoli ha l'obiettivo e l'obbligo di non fare follie (ad esempio un colpo alla Samardzic a titolo definitivo tutto e subito) senza che ogni operazione in entrata (costo cartellino più costo ingaggio) sia pareggiata da una o più operazioni in uscita.

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