Juve, gli atti dell'inchiesta Prisma arrivano in Procura Federale: dalla multa al rischio retrocessione, cosa può accadere

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Era il 27 ottobre quando il Procuratore Federale Giuseppe Chiné chiedeva ai pm della Procura della Repubblica di Torino di accedere ai nuovi atti sull'inchiesta Prisma per i quali due giorni prima era stata notificata la chiusura delle indagini per falso in bilancio e fatturazioni false nei confronti dei vertici dirigenziali della Juventus. Nei giorni scorsi la documentazione è arrivata sul tavolo di Chiné e nella serata di ieri si è infine arrivati alle dimissioni del presidente Andrea Agnelli, del vicepresidente Pavel Nedved e dell'amministratore delegato Maurizio Arrivabene e il conseguente scioglimento del Consiglio di Amministrazione. Soltanto dopo l'analisi completa dei nuovi atti, sarà possibile sapere se anche le attenzioni della giustizia sportiva torneranno ad essere rivolte alla Juve e a coloro i quali hanno occupato fino a ieri le posizioni di vertice.
PROCESSO RIAPERTO - L'eventuale apertura di un nuovo processo potrebbe andare a toccare i due differenti filoni dell'inchiesta che la Procura di Torino e parallelamente la Consob stanno conducendo: quella relativa alle "plusvalenze gonfiate" per alterare i bilanci e la manovra stipendi per salvaguardare i conti del club nel periodo dell'emergenza Covid. Per il primo capitolo, la Juve, i suoi dirigenti e le altre società e soggetti coinvolti nel primo processo sportivo celebrato erano stati assolti dalla Corte Federale d'Appello per l'impossibilità da parte della Procura Federale di dimostrare il proprio impianto accusatorio. Qualora tuttavia emergessero intercettazioni o documenti che confermassero condotte improprie da parte degli imputati, una nuova storia potrebbe essere riscritta. Ben altro discorso è quello invece relativa alla "manovra stipendi" (le famose quattro mensilità inizialmente sospesi e poi successivamente pagati ai calciatori ma non contabilizzate a bilancio) e della presunta scrittura privata sottoscritta con Cristiano Ronaldo, che può condurre all'apertura di un fascicolo a parte ma con potenziali risvolti anche sull'altra indagine.
Esiste poi il comma 3 dell'articolo 31, che si occupa nello specifico della questione relativa al nodo stipendi: "La società che pattuisce con i propri tesserati o corrisponde comunque loro compensi, premi o indennità in violazione delle disposizioni federali vigenti, è punita con l’ammenda da uno a tre volte l'ammontare illecitamente pattuito o corrisposto, cui può aggiungersi la penalizzazione di uno o più punti in classifica". E su questo punto potrebbero essere coinvolti anche i giocatori, che rischiano una "squalifica di durata non inferiore a un mese".
PROCESSO RIAPERTO - L'eventuale apertura di un nuovo processo potrebbe andare a toccare i due differenti filoni dell'inchiesta che la Procura di Torino e parallelamente la Consob stanno conducendo: quella relativa alle "plusvalenze gonfiate" per alterare i bilanci e la manovra stipendi per salvaguardare i conti del club nel periodo dell'emergenza Covid. Per il primo capitolo, la Juve, i suoi dirigenti e le altre società e soggetti coinvolti nel primo processo sportivo celebrato erano stati assolti dalla Corte Federale d'Appello per l'impossibilità da parte della Procura Federale di dimostrare il proprio impianto accusatorio. Qualora tuttavia emergessero intercettazioni o documenti che confermassero condotte improprie da parte degli imputati, una nuova storia potrebbe essere riscritta. Ben altro discorso è quello invece relativa alla "manovra stipendi" (le famose quattro mensilità inizialmente sospesi e poi successivamente pagati ai calciatori ma non contabilizzate a bilancio) e della presunta scrittura privata sottoscritta con Cristiano Ronaldo, che può condurre all'apertura di un fascicolo a parte ma con potenziali risvolti anche sull'altra indagine.
LE SANZIONI - La FIGC affronta nell'articolo 31 del Codice di giustizia sportiva il capitolo relativo agli illeciti amministrativi e prevede sanzioni di vario grado a seconda delle violazioni eventualmente commesse. Se la falsificazione dei propri documenti contabili o amministrativi ovvero qualsiasi altra attività illecita o elusiva ha permesso l'esclusione al campionato, sulla base del comma 2 le sanzioni vanno dalla "penalizzazione di uno o più punti in classifica" alla "retrocessione all'ultimo posto in classifica del campionato di competenza e dunque il passaggio alla categoria inferiore", fino all'esclusione dal campionato con assegnazione da parte del Consiglio federale ad uno dei campionati di categoria inferiore. Se la variazione in bilancio non fosse stata determinante per l'iscrizione al campionato, le sanzioni (comma 1) si limiterebbero a una multa salata e all'inibizione dei dirigenti coinvolti, dunque senza punti di penalizzazione.
Esiste poi il comma 3 dell'articolo 31, che si occupa nello specifico della questione relativa al nodo stipendi: "La società che pattuisce con i propri tesserati o corrisponde comunque loro compensi, premi o indennità in violazione delle disposizioni federali vigenti, è punita con l’ammenda da uno a tre volte l'ammontare illecitamente pattuito o corrisposto, cui può aggiungersi la penalizzazione di uno o più punti in classifica". E su questo punto potrebbero essere coinvolti anche i giocatori, che rischiano una "squalifica di durata non inferiore a un mese".
Utente: ci sono dei regolamenti cui dobbiamo fare riferimento. Nello specifico la norma che fissa i paletti per l'ammissione ai campionati non parla di attività o passività riguardo ai bilanci, piuttosto impone l'aver rispettato le scadenze di tasse, stipendi e pagamenti vari. Quindi per quanto assurdo la faccenda stipendi lato sportivo non elude alcuna norma, in considerazione di una scrittura provata che la stessa FIGC aveva approvato in periodo pandemico. In pratica, per le norme sportive se hai un accordo con i giocatori di pagare gli stipendi due anni dopo, l'importante è che li paghi a scadenza, non come li registri a bilancio. Falso in bilancio e fatture false di per sé invece, sempre secondo cdgs della figc rientrano in quelli che sono "reati amministrativi" che se non sono finalizzati ad ottenere vantaggi tali a permettere alla squadra di iscriversi ai campionati, sono punibili semplicemente con ammenda o pochissimi punti di penalizzazione (pena che infatti Chinè aveva chiesto per le plusvalenze). Sotto il profilo UEFA invece il tema potrebbe essere più spinoso perchè oltre ad avere il dente avvelenato, si potrebbe dire che aggirando le norme di bilancio si sono elusi i termini del fpf. Tuttavia per esigere una esclusione andrebbe dimostrato che tali operazioni siano state fatte per eludere appunto il fpf; ma siccome il fpf ammette ricapitalizzazioni a copertura delle perdite, non avrebbe il minimo senso per una società che ricapitalizza 700 milioni, occultarne una 50ina a scopi fpf. Anche qui probabile multone ed eventuale blocco del mercato, ma dubito che possano mettere davvero le mani al discorso plusvalenze anche qui. Il perchè è semplice: 1 creerebbero un precedente rendendo di fatto ogni scambio passibile di verifica e di fatto cancellandoli dalla faccia del mercato (che non sarebbe un male eh!) e 2 dovrebbero gioco forza tirare in ballo anche le altre squadre che con la Juve quegli scambi li hanno fatti. Perchè non puoi dire che il valore di Arthur e Pjanic fosse pompato senza che questo fatto non incida anche sulle valutazioni del bilancio del Barcellona, ad esempio. Su questo aspetto poi nessuno lo ha citato, ma ci sono norme europee che impedirebbero anche alla procura di giungere a simili conclusioni: sono norme comunitarie che vigilano sulla libertà del mercato e una sentenza che determini che in una compravendita il valore del bene non fosse reale andrebbe di conseguenza a determinare il prezzo di ogni bene simile all'interno del mercato europeo, andando a ledere, di fatto, la libertà di mercato. Cosa assolutamente vietata, in termini di ingerenza, da parte delle norme. (Prova ne è ad esempio che il valore di un bene all'asta è sempre "stimato" e mai determinato. Valore che assume appunto un riscontro solo una volta aggiudicato).
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