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  • Juve, il patteggiamento con la Figc e la rinuncia alla Superlega: e se fosse una precisa strategia contro Ceferin?

    Juve, il patteggiamento con la Figc e la rinuncia alla Superlega: e se fosse una precisa strategia contro Ceferin?

    • Marcello Chirico
      Marcello Chirico
    Dopo il patteggiamento con la FIGC, la rinuncia alla SuperLega. Due rese in 10 giorni. O almeno, così le hanno interpretate molti tifosi juventini e, soprattutto, tutti quelli che la Juve non ce l’hanno in simpatia. Un’occasione in più per arrabbiarsi o per deriderla. E se non fosse proprio così? Se la rinuncia rientrasse in una strategia?

    Vero è che la nuova dirigenza Juventus ha ricevuto dalla proprietà il mandato di mettere a posto le cose, limitando al massimo i danni. E con la giustizia sportiva c’è riuscita, ottenendo col patteggiamento per i capi d’accusa ritenuti più gravi (stipendi, partnership, rapporti coi procuratori) solo un multone e nessun altro punto di penalizzazione in classifica. Con la UEFA, alla fine, si è convinta a dialogare e ad aprire all’abiura della SuperLega, come pretende Ceferin, fermamente intenzionato a fargliela pagare per essere stata tra le promotrici del progetto. Si parla addirittura di un triennio senza coppe.

    Una scelta, quella di mollare la SL, non ancora definitiva, bollata però già dalla tifoseria bianconera come un vile tradimento ed una sottomissione al governo di Nyon. Ma che potrebbe essere dettata dallo stesso pragmatismo adottato con la Federazione, soprattutto quando ci si rende conto che lo scontro è impari. In fin dei conti, si rinuncerebbe poi a qualcosa che non esiste ancora.

    Comunicato Juve alla mano, si legge però anche questo: la società informa di “aver trasmesso comunicazione agli altri 2 club che non hanno esercitato il recesso dal progetto, al fine di avviare una discussione sull’eventuale uscita della Juventus”. Ovvero, ne stanno parlando con Real e Barca, con le quali hanno dei vincoli e degli accordi sulla SL, per potersi liberare dai quali è necessario un loro consenso.

    Nel medesimo comunicato, la Juve specifica pure che “qualsiasi riferimento a presunte minacce di eventuali sanzioni da parte della UEFA, non corrisponde al vero”, un modo diplomatico per evitare di irritare ulteriormente Ceferin. A togliere dall’imbarazzo la Juventus ci ha pensato proprio la A22 , la società creata ad hoc per supportare il progetto della nuova competizione europea, con a sua volta un proprio comunicato, nel quale ha detto di possedere le prove “ inconfutabili “ e “inequivocabili” del ricatto di cui è vittima la Juventus e che è pronta a denunciare per questo la Uefa al tribunale commerciale di Madrid e a quello Europeo, chiamato nel breve proprio ad esprimersi sulla posizione dominante della Uefa sui tornei di calcio continentali.

    Una forte presa di posizione e di difesa del club bianconero, alla quale non ha fatto seguito alcuna smentita da parte della Juventus. Viene allora da pensare se ciascuno degli attori in causa non stia recitando una parte: la Juve quella della vittima, costretta obtorto collo a scendere a patti con Nyon per evitare la maxi-squalifica, e la A22 quella invece della testa di ariete che approfitta di questo palese ricatto Uefa (che dovrebbe giudicare la Juve sul mancato settlement agreement e non sulla SL) per picchiare ancora più duro contro il tirannico monopolismo UEFA. Il classico gioco delle parti.

    Sullo sfondo di tutto ciò, resta inoltre da capire perché Ceferin desideri a tutti i costi ottenere dalla Juventus la rinuncia ufficiale alla SuperLega prima del giudizio del Tribunale UE, previsto in estate. Semplice sete di vendetta, o timore di un verdetto non favorevole, che ne ridimensionerebbe non poco il potere?

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