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  • Juve mai così forte in avvio di stagione: ma i numeri non bastano per vincere

    Juve mai così forte in avvio di stagione: ma i numeri non bastano per vincere

    • Nicola Balice

    Numeri alla mano, questa è la miglior partenza della Juve nell'era Max Allegri. Tralasciando il disastroso avvio del 2015-2016, a livello di punti solo al primo tentativo il tecnico bianconero era riuscito a conquistare a Torino ben 19 punti in appena sette partite. A rendere migliore il cammino attuale è però una differenza reti che vede la Juve ostentare un netto +15 rispetto al +11 di tre stagioni fa. Percorso italiano affiancato anche dal medesimo ruolino in Champions, fatto di una vittoria casalinga ed una sconfitta in terra di Spagna (allora fu l'Atletico Madrid a superare la Juve). Numeri alla mano, quindi, la Juve non poteva sperare di meglio rispetto alla miglior partenza da quando è arrivato Allegri, considerando come i tentativi precedenti si siano sempre conclusi con lo Scudetto cucito sul petto senza essere di fatto mai realmente in discussione da marzo in poi.

    MIGLIOR JUVE? - Ma i numeri non sono tutto. Ed in questo momento solo loro parlano della miglior Juve in avvio dell'era Allegri. Le note positive sono tutte là davanti, per una squadra ora pronta a segnare sempre un gol in più degli avversari e non determinata a subirne uno di meno: il potenziale offensivo della Juve oggi è tale da rappresentare forse per la prima volta il vero reparto su cui costruire la ricerca dei propri successi, sei titolari autentici che anzi fin qui hanno espresso solo in parte tutto il proprio potenziale a tal punto che l'alternanza di rendimento tra Higuain e Dybala può quasi apparire come risorsa in prospettiva, aspettando che entrambi girino a mille contemporaneamente. L'ipotesi di un centrocampo a tre fin qui è rimasta congelata sotto una serie di infortuni che continuano a non dare tregua alla mediana bianconera, rallentando anche il raggiungimento degli equilibri difensivi. Ed è proprio qui che emergono tutti i dubbi in vista di una stagione lunga, che continua in ogni caso a vedere la Juve ambiziosa in Europa e assoluta favorita per lo scudetto nonostante un Napoli che giustamente fa paura. Per parlare di una Juve realmente più forte, costruire e segnare come mai prima potrebbe non bastare: “Lo Scudetto viene vinto da chi subisce meno gol”, il giusto ritornello da sempre dettato proprio da Allegri. E al di là dei 5 gol subiti in campionato (cui si aggiungono i sei incassati tra Lazio in Supercoppa e Barcellona in Champions), è la quantità di situazioni pericolose concesse agli avversari che stride rispetto alle stagioni precedenti. I tanti infortuni tra centrocampo e fascia destra sono una causa e non una scusa, ma una difesa nel complesso molto meno sicura degli anni precedenti non può essere riconducibile solo all'infermeria. La Juve sta cambiando, la versione di fine stagione è sempre stata diversa da quella iniziale ed in grado di raggiungere i propri obiettivi: così dovrà essere anche in questa occasione, perché numeri a parte quella di oggi non è ancora la Juve più forte dell'era Allegri. La più spettacolare e propositiva sì, per essere la più forte si passerà da un rinnovato equilibrio difensivo.

    @NicolaBalice


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