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  • Juve sfinita alla meta. E Allegri che fa?

    Juve sfinita alla meta. E Allegri che fa?

    • Nicola Balice
    Se basta così poca Inter per far un sol boccone della Juve è perché di Juve a San Siro non se n'è vista nemmeno un po'. Una squadra sfinita, questo è o questo sembra la formazione di Max Allegri. Dopo la sosta, i bianconeri si sono ripresentati con il serbatoio esaurito, da un punto di vista mentale e quindi atletico, o magari viceversa. Resta il fatto che la Juve non ne ha più, ad aprile il ruolino di marcia è quello di una squadra di nuovo in crisi, di risultati e forse d'identità: due vittorie per 1-0 (contro Verona e Sporting Lisbona in casa), due pareggi (contro Inter all'andata e nel ritorno di Lisbona, sempre per 1-1), quattro sconfitte (contro Lazio, Sassuolo, Napoli e ora Inter). In tutto poi sono appena 5 i gol segnati, tra l'altro ben 3 sono arrivati in mischia o al termine di flipper in area di rigore. Insomma, proprio ora che la Juve doveva riuscire a trovare motivazioni e ritmo perché la stagione entrava nel vivo, si è rivelata invece essere una squadra sfinita. Nella speranza che non sia una squadra finita, quindi capace di ritrovare energie che allo stato attuale non si capisce bene dove dovrebbe andare a pescarle. Non che manchino gli alibi, non che manchino le responsabilità: i condizionamenti esterni per tutte le battaglie legali condotte dalla società, la classifica che cambia e ricambia, la Champions da conquistare e che potrebbe poi essere spazzata via, ma anche la falsa partenza di inizio stagione, gli infortuni e le distrazioni del Mondiale. Mischiando il tutto, viene fuori un cocktail che comincia a fornire un retrogusto sempre più amaro.

    E ALLEGRI... - La Juve di aprile è qualcosa che Allegri sperava di non dover vedere o rivedere, del tutto simile a quella che ha dovuto incassare la precoce eliminazione in Champions al termine del peggior percorso di sempre. Fino all'ultima sosta, proprio Max è sembrato traghettatore perfetto in questo mare in tempesta, la Juve era diventata la seconda forza del campionato e andava avanti nelle coppe di riserva, stava anche ritrovando il sostegno di una tifoseria compatta. Perché la stagione era e rimane “surreale”, per usare le parole di Allegri. Ma non è finita: la Coppa Italia è un altro obiettivo sfumato, in campionato restano 7 giornate per difendere la zona Champions, in Europa League la doppia sfida col Siviglia è l'ultimo ostacolo prima della finale dove può beccare la Roma. Qualcosa deve quindi riuscire a fare Allegri, se dal punto di vista del gioco o delle idde la sua Juve non sarà mai spettacolare dovrà riuscire comunque a riproporla vincente, motivata, cattiva. O che almeno riesca a stare in piedi. Nelle ultime partite ha cambiato e ricambiato, formazione e sistema di gioco, nel tentativo di rivitalizzarla invece le ha tolto certezze. In casa Juve la sensazione - la convinzione – non cambia, solo Allegri può riuscire a risolvere anche i problemi più complicati. Ora però tempo non ce n'è più, aprile sta finendo e la Juve di maggio dovrà cambiare marcia, volto, mentalità. Altrimenti sono guai. Per tutti.

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