L'Agricola Italiana Alimentare nei guai: allevamenti intensivi segnalati da Essere Animali
Nell’arco di 5 minuti di filmato vengono mostrate le condizioni stomachevoli in cui versano i polli nel breve ciclo di vita che gli spetta. I pulcini vengono lanciati da piccole casse come fossero acqua dopo appena un giorno di vita. Ne possono arrivare fino a 90'000 in ventiquattr’ore, bisogna sbrigarsi, non c’è tempo per l’attenzione e la cura. I piccoli fortunati muoiono sul colpo, ma per gli altri le cose si complicano: vengono ammassati in spazi bui e angusti, troppo crudeli per degli esseri viventi, e nutriti con mangimi iperproteici che ne gonfiano il petto al punto che, in poche settimane, la deambulazione si complica talmente da essere impossibile ogni spostamento. I più deboli vengono falciati o scaricati in fin di vita insieme a quelli che non ce l’hanno fatta.
Più i polli crescono e più lo spazio si restringe. Ammassati gli uni sopra agli altri, vivi e morti condividono lo stesso suolo cosparso di feci e ammoniaca. Per evitare che vengano contratte malattie prima del macello e affinché gli animali sopravvivano alle deprecabili condizioni di allevamento intensivo, vengono loro somministrati numerosi medicinali che possono portare a sviluppare l’antibiotico-resistenza.
La breve transumanza verso le gabbie dei camion diretti al macello è svolta interamente al buio, e le vittime spaventate, grasse, ammassate e malaticce concludono così la propria mesta esistenza per finire sulle nostre tavole. Essere Animali ha lanciato una petizione per fermare gli allevamenti intensivi in Italia, che a quattro giorni dalla pubblicazione del video conta quasi 24 mila firme. L’AIA non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma ha reagito alla pioggia di commenti negativi sui profili social in un modo che spesso, anziché ridurne il numero, ne chiama altri: la rimozione. A questo si aggiunge il totale silenzio su Facebook e Instagram da quando la breve video-inchiesta è stata pubblicata e rimbalzata sul web. E voi? Presterete più attenzione a ciò che comprate o questa denuncia sarà una goccia nel mare?