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  • L'altra vita di Giuntoli, l'architetto mancato che ha giocato con Vieri

    L'altra vita di Giuntoli, l'architetto mancato che ha giocato con Vieri

    • Francesco Guerrieri
    Se Cristiano Giuntoli non fosse entrato nel calcio, probabilmente oggi farebbe l'architetto: da ragazzo ha dato 19 esami, aveva la media del 29. Trenta e lode la sua ultima stagione a Napoli, con uno scudetto come bacio accademico. E alla fine architetto, in un certo senso, c'è diventato davvero: nel 2015 ha preso in mano il Napoli costruendo un progetto solido e vincente, ha curato ogni dettaglio e ora si gode il trionfo. Anzi, fosse per lui se lo sarebbe già goduto abbastanza. Ora aspetta solo la Juventus, non vuole altro. Ma è legato al Napoli da un contratto fino al 2024 e al momento De Laurentiis non lo molla. 

    L'ANEDDOTO CON BOBO - Ma c'è stata anche un'epoca durante la quale Guntoli si metteva gli scarpini e scendeva in campo. Ex difensore centrale, dai primi Anni '90 al 2007 si è diviso tra Serie C e Serie D vincendo anche un campionato con la maglia dell'Imperia. Ma se gli chiedete un episodio del passato, lui racconterà una storia vissuta ai tempi degli Allievi del Prato. Durante una sessione di mercato si presentò un ragazzino che arrivava dall'Australia; figlio di un ex giocatore, aveva provato tutti gli sport tranne il calcio. Non parlava bene l'italiano, ma quel giorno non sbagliò una parola: "Cristiano, sono sicuro che arriverò in alto. Ce la farò". Si chiamava Christian Vieri - ancora non era Bobo - e dopo i primi mesi in panchina iniziò a segnare a raffica. 

    PRIMA CONSULENTE - Se Bobo ha avuto più fortuna di Giuntoli da giocare, da quando ha smesso di giocare Cristiano non ha fatto altro che studiare per diventare dirigente. Ore e ore sui libri a nelle aule di Coverciano, aspettando la chiamata giusta: nel 2008 era a New York per frequentare un campus dove c'era anche il futuro allenatore Gabriele Cioffi; lì Giuntoli si offrì di fare da consulente di mercato a Giandomenico Costi, allora ds del Carpi appena promosso in Serie D. Dopo sei vittorie in dieci partite il direttore sportivo diventò lui. Oggi è uno dei migliori, studia ogni particolare e ha un'attenzione quasi maniacale per la vita dei giocatori; vuole sapere tutto, dall'alimentazione a come si allenano. Qualcuno dice che si interessa anche a come viene tagliata l’erba del campo d'allenamento. Un architetto mancato che vive il calcio a 360°, il ds rivoluzionario che vuole la Juve.

    @francGuerrieri 

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