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  • L'Inter dei rincalzi e già agli ottavi cede a Monaco: il rigore non dato è da urlo, ma la Juve conta di più

    L'Inter dei rincalzi e già agli ottavi cede a Monaco: il rigore non dato è da urlo, ma la Juve conta di più

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Il Bayern Monaco è l’unica squadra che si qualifica da prima e a punteggio pieno tra tutti i gironi della Champions League. Forse è troppo dire che è una notizia, ma sarebbe troppo anche definire l’incrocio con l’Inter una partita (2-0 per i tedeschi). Pochi avevano voglia di giocarla, nessuno voleva rischiare fatiche o caviglie. Così ne è venuto fuori uno scontro dai toni ridotti tra due squadre profondamente rimaneggiate. Simone Inzaghi ha fatto come Nagelsmann. A riposo Skriniar, Bastoni, Dimarco, Calhanoglu Mkhitaryan, Dunfries e Dzeko. Dentro Darmian nella difesa a tre con De Vrij e Acerbi. Bellanova e Gosens sugli esterni di centrocampo con Asllani, Gagliardini e il solo Barella tra i titolari. Correa e Lautaro Martinez, capitano di serata, in attacco.

    Nonostante tutto questo l’Inter non ha giocato per perdere dignitosamente, come poi avvenuto. Ma ha cercato, fin dall’inizio, il gol che le potesse regalare una nottata vittoriosa anche nell’arena tedesca, dove, in tanti anni di scontri epici e perigliosi, non aveva mai perso.

    Probabilmente non sarebbe capitato nemmeno questa volta se un arbitro pavido e incompetente, lo slovacco Kruzliak, non avesse negato un calcio di rigore solare causato da una “parata” di Manè su tiro di Barella, il secondo consecutivo nel giro di in un minuto. Naturalmente il Var ha segnalato l’accaduto perché era davvero impossibile soprassedere su un intervento tanto plateale. Kruzliak ha rivisto l’episodio almeno una decina di volte e, anziché convincersi della necessità di decretare la massima punizione, ha optato per un involontario tentativo di ripararsi la faccia da parte del calciatore.

    E siccome sarebbe stato rigore in tutti gli stadi del mondo, Italia inclusa, mi chiedo cosa potrebbero dire i dietrologi sul potere economico e politico del Bayern nella grande Europa del calcio.

    Nonostante la penalizzante decisione, l’Inter ha continuato a macinar gioco. Squadra corta, compatta, con due esterni che si accentravano o si allargavano per lasciar spazio ai centrocampisti, la banda di Simone Inzaghi è arrivata vicino al vantaggio con Lautaro che, in scivolata, non è riuscito a mettere dentro un cross basso di Gosens. Al si là dell’occasione, va rimarcata la grande azione, innescata da un lancio di Acerbi e rifinita da Gosens.

    Che non fosse una grande serata per Lautaro si è capito in due frangenti ravvicinati: quello del gol mancato e, un minuto dopo la mezz’ora, quello del gol concesso. Da angolo di sinistra, Martinez è andato a marcare Pavard (non esattamente il migliore degli accoppiamenti che la panchina interista avrebbe potuto preparare), ma quello che ha fatto è da matita blu. Prima gli ha dato le spalle, poi ha perso il contatto cadendo a terra (leggera spinta del francese). Il comodo colpo di testa ha battuto per terra e poi è finito in rete.

    Il Bayern, ritrovatosi avanti quasi per caso, ha mostrato fino all’intervallo la cosa che sa fare meglio: pressare in avanti con l’intento di azionare transizioni veloci. Coman, ad un sospiro dalla  fine del tempo, ha impegnato Onana in una deviazione a terra.

    Davies per Upamecano ha portato corsa sulla fascia sinistra dei tedeschi, ma la ripresa è stata bruttina e senza nerbo. L’Inter ha tenuto botta fino a venti minuti dal termine quando Choupo-Moting, di destro, dal limite dell’area ha stecchito Onana. Colpevoli, nella circostanza, sia Asllani (in ritardo), sia De Vrij che non è uscito a contrastarlo. 

    Ma la partita offensiva dell’Inter si era chiusa ad inizio ripresa.  Prima sul gol annullato ad Acerbi (fuorigioco), poi sul tiro debole di Gagliardini da dentro l’area. A tempo scaduto ci ha provato Dzeko (entrato con Mkhitaryan e Calhanoglu per Lautaro, Gagliardini e Barella), ma Ulreich ha messo in angolo con un tuffo da gatto. 

    Peccato avere perso, ma tutto era già deciso. L’Inter va agli ottavi e torna rilassata a Milano. Domani è un altro giorno e domenica arriva la Juve. Che per gli interisti conta più del Bayern.     



    IL TABELLINO

    Bayern Monaco - Inter 2-0

    Marcatori: 32’ Pavard, 27’ Choupo-Moting.

    Assist: 32’ Kimmich, 27’ s.t. Davies

    Bayern (4-2-3-1): Ulreich; Mazraoui (dal 20’ s.t. Musiala), Pavard, Upamecano (dal 1’ s.t. Davies), Stanisic; Kimmich, Sabitzer; Coman (dal 31’ s.t. Wanner), Gravenberch, Mane (dal 20’  s.t. Gnabry); Choupo-Moting (dal 28’ s.t. Tel). 

    Inter (3-5-2): Onana; Darmian, de Vrij (dal 31’ s.t. Skriniar), Acerbi; Bellanova, Barella (dal 15’ s.t. Calhanoglu), Asllani, Gagliardini (dal 15’ s.t. Mkhitaryan), Gosens; Lautaro (dal 15’ s.t. Dzeko), Correa (dal 31’ s.t. Carboni). 

    Ammoniti: Sabitzer (B), Gosens (I), Kimmich (B), Stanisic (B), Carboni (I)

    Espulsi: 

    Arbitro: Ivan Kruzliak (Slovacchia)
     

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