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  • L'Inter non è paragonabile alla Juve, non ha l'obbligo di vincere lo scudetto!

    L'Inter non è paragonabile alla Juve, non ha l'obbligo di vincere lo scudetto!

    • Filippo Tramontana
      Filippo Tramontana
    Forse può non essere una grande consolazione ma l’Inter esce a testa alta dalla Coppa Italia. Le due gare contro la Juve hanno certificato che i nerazzurri hanno ridotto di molto il gap con la squadra che ha vinto gli ultimi 9 campionati consecutivi e, si sappia, non è cosa da poco.

    L’Inter forse per quello che si è visto in campo avrebbe meritato qualcosa di più, ma chi vince ha sempre ragione e gli altri si leccano le ferite.

    Come spesso è capitato in questa stagione l’Inter è rimasta vittima dei propri banali errori che ne hanno compromesso la qualificazione a una finale che manca dal 2011.

    Siamo caduti nelle solite distrazioni individuali, risultate poi fatali anche nel cammino europeo di questa stagione.

    Errori quelli sopra citati che, come scritto in passato, possono compromettere non solo un risultato ma un intero percorso verso un traguardo ormai alla portata.

    La squadra adesso gioca bene, ha una sua identità, una sua personalità e in campo mette tutta se stessa. Ma alle volte qualcosa s’inceppa, capita quindi di vedere errori individuali da brividi e mancanza di lucidità nel momento in cui si deve “punire” sportivamente l’avversario.

    Le eliminazioni in Champions e in Coppa Italia sono figlie di queste ripetute disattenzioni che colpiscono a giro quasi tutta la rosa.

    Come rimediare? Cosa può fare Conte? Credo che l’allenatore stia facendo cose importanti, la crescita della squadra è evidente. Chiaro che se il giudizio si limita al dato di fatto degli “zero trofei in bacheca” c’è poco da discutere ma il raggio di pensiero dovrebbe essere più ampio e profondo.

    L’Inter fa paura dicono, da più parti si afferma che la squadra di Conte è la più forte, eppure sul mercato Zhang ha speso solo per Hakimi un anno fa arrivato con i soldi incassati dalla cessione al PSG di Icardi. 

    Vidal e Kolarov a zero euro e Darmian a qualche migliaio sono stati i colpi in entrata. Poca roba per una squadra che , secondo molti, dovrebbe dominare la serie A e annichilire i campioni in carica della Juventus del 5 volte Pallone d’oro Ronaldo.

    La Juve è campione da 9 anni e nel motore ha aggiunto Morata, Kulusevski, Chiesa, Mckennie e Arthur spendendo quasi 200 milioni di euro.

    L’Inter ha negli undici titolari una squadra sicuramente all’altezza dei bianconeri ma non raccontiamocela, le rose non sono paragonabili. L’Inter dietro ai 3 centrali titolari ha solo un cambio di ruolo che è Ranocchia, Kolarov e D’Ambrosio per quanto affidabili sono adattati, a centrocampo oltre ai 3 intoccabili c’è poca scelta, Vecino è fermo da un anno e non è ancora rientrato, Sensi continua a non essere una reale alternativa e Nainggolan ha fatto le valigie. Gagliardini è il primo cambio con Eriksen al lavoro per rendersi utile nel nuovo, per lui, ruolo di play. 

    Ma forse è in attacco che si nota la differenza maggiore. La Juve conta su 3 attaccanti puri di livello assoluto come Ronaldo, Morata e Dybala con Chiesa, Kulusevski e Bernardeschi vice di stralusso. 

    Si parla tanto dello stipendio di Conte e del fatto che in base a quello l’Inter sarebbe obbligata a vincere lo scudetto. 

    Non è obbligata ed è un dato di fatto! Ronaldo è ancora uno dei migliori giocatori al mondo e come stipendio guadagna da solo più di tutti e 3 ( si sono solo 3) gli attaccanti nerazzurri. Quindi? L’obbligo di vincere chi lo ha?

    L’Inter ci può provare anzi ha, questo sì, l’obbligo di provarci ma non esageriamo con la storia che l’Inter è la più forte perché non è una cosa che rispecchia la realtà.

    L’Inter esce a testa alta dalla Coppa Italia, la Juve è stata più cinica, più esperta e abituata a vincere ma la squadra di Conte con il lavoro e la dedizione sta raggiungendo livelli importanti. Ci vuole più cinismo, più freddezza e consapevolezza, un mercato pesante che completi finalmente la rosa anche nelle alternative ai titolari, poi si potrà ragionare sull’obbligo di vincere.

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