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  • L'Inter non incanta, si addormenta nel finale, ma vince. E il Milan non scappa

    L'Inter non incanta, si addormenta nel finale, ma vince. E il Milan non scappa

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    Senza entusiasmare, l’Inter ha proseguito la sua corsa verso il primato. Battendo lo Spezia, ha mantenuto l’esigua distanza di un punto dal Milan capolista e ha di nuovo staccato la Juventus. E’ stata la sua sesta vittoria consecutiva, segno di una convinzione che da queste parti mancava da anni. Il suo gioco non ha incantato, tutt’altro, ma questa è la natura dei nerazzurri, poco propensi allo spettacolo, però sempre solidi e fiduciosi, a volte anche troppo come si è visto nel finale. Come impianto di gioco, pur con una differenza tecnica evidente, si è fatto preferire lo Spezia che però, alla resa dei conti, non ha mai davvero impensierito Handanovic fino al gol del 2-1 segnato all’ultimo secondo del recupero.

    NERAZZURRI OK PER 15' - L’Inter ha fatto bene il primo quarto d’ora, poi si è spenta. O forse è più giusto dire che è stato lo Spezia a spegnerla. Un quarto d’ora con due buone occasioni, la prima di Lukaku, la seconda di Young, nel primo caso è stata decisiva la deviazione di Ismajli, nel secondo quella di Provedel. Sembrava una partita come quella di Cagliari o quella col Bologna, con l’Inter decisa e determinata, aggressiva e arrembante, ma dopo quei 15 minuti la scena è cambiata. Lo Spezia ha cominciato a palleggiare e l’Inter ha smesso di aggredire. Lukaku e Lautaro hanno perso le distanze, anzi, sono stati i due difensori centrali a fargliela perdere perché nell’avvio d’azione Terzi e Ismajli si mettevano alle spalle dei due attaccanti, mentre erano i due terzini, Simone Bastoni a sinistra e Vignali a destra, ad abbassarsi e a palleggiare con Provedel. La manovra era guidata da Ricci, sostenuto nel ritmo da Mora con la collaborazione efficace dei due esterni, Acampora e Gyasi. La lentezza dell’Inter era data dal passo lento di Gagliardini e da qualche incursione in meno del solito di Barella.

    MEGLIO ITALIANO - Il tecnico dello Spezia stava mettendo in difficoltà il più famoso collega interista. L’Inter era rallentata, approssimativa, in certi momenti perfino impacciata. Le posizioni dei liguri erano invece perfette. Al 45', la produzione offensiva dei nerazzurri era poca cosa, 6 tiri verso la porta spezzina, uno solo nello specchio, con possesso palla a favore della squadra di Vincenzo Italiano. Che, rispetto alla partita col Bologna, aveva cambiato 8 giocatori, eppure le distanze fra i reparti erano sempre rispettate. Tatticamente Spezia da 7, Inter da 5.

    MA POI HAKIMI... - Conte ha fatto un solo cambio nell’intervallo, alzando la qualità con Sensi al posto di Gagliardini. E’ bastato un errore (il primo) di Terzi per mandare in vantaggio l’Inter. Il difensore centrale è uscito fuori tempo su Lukaku che, sulla linea di metà campo, ha smorzato per Lautaro Martinez, lancio a destra per Hakimi, scatto dei suoi, Mora non è riuscito a chiudere e il marocchino ha sorpreso Provedel sul primo palo.

    IL RIGORE IN RITARDO - La squadra di Italiano, che già stava giocando con personalità, non si è scoraggiata ed ha ripreso col suo gioco non velocissimo, ma di controllo del campo. Conte ha capito che la sua squadra stava perdendo ancora di ritmo e ha messo dentro Vidal per Brozovic, mossa che non ha dato nessun risultato. Ma appena lo Spezia ha cercato di alzarsi, l’Inter l’ha punito chiudendo la partita. Un cross di Sensi è stato deviato col braccio largo da Nzola nella sua area. L’arbitro Fabbri era proprio lì, a due passi, con la vista libera, e ha detto che non era rigore. Poi però dal Var lo hanno richiamato al monitor e lì ha capito di non aver visto niente. Ha cambiato idea per forza e ha fischiato il rigore che Lukaku ha trasformato nel 2-0 per l’Inter. Per il belga 11 gol su 11 rigori calciati con la maglia nerazzurra. Sono entrati subito Maggiore e Agudelo (due mosse offensive) nello Spezia che a quel punto non poteva più accontentarsi del possesso palla, doveva forzare i tempi. Gyasi ha segnato di testa, ma in netto fuorigioco.

    CINQUE CAMBI NEGLI ULTIMI 10' - Conte e Italiano hanno cambiato le squadre proprio nel finale. Tre sostituzioni per l’Inter: via gli esterni Hakimi e Young, dentro D’Ambrosio e Darmian (e in questo caso, il cambio è stato nefasto). Due per lo Spezia che ha ravvivato l’attacco con Piccoli e Farias (al contrario, cambio azzeccato) per Nzola e Gyasi. L’Inter ha lasciato il possesso palla allo Spezia che a fine gara toccherà il 58 per cento, si è di nuovo assopita, pensando di averla già vinta e questo segnale di superficialità non potrà piacere a Conte, mentre Italiano sarà soddisfatto della forza morale della sua squadra. All’ultimo minuto di recupero lo Spezia ha segnato col giovane Piccoli (primo gol in A). L’azione è partita con un tunnel di Farias a Skriniar, è proseguita con un’uscita a vuoto di De Vrij, una chiusura tardiva di D’Ambrosio su Simone Bastoni che ha crossato da sinistra, una dormita di Alessandro Bastoni e con uno...svenimento di Darmian incenerito dallo spunto di Piccoli, il piú giovane marcatore di questa Serie A e l’unico nato dopo il 1° gennaio 2001 ad aver segnato almeno un gol. Handanovic si è rialzato e ha mandato a quel paese tutta la difesa. Impossibile dargli torto.


    :(actionzone)

    IL TABELLINO 

    Inter-Spezia: 2-1

    Marcatori: 6’ s.t. Hakimi, Lukaku (rig), 49' s.t. Piccoli

    Assist: 6’ s.t. Lautaro, 49' s.t. Bastoni

    Inter: Handanovic; Skriniar, de Vrij, Bastoni; Hakimi (dal 34’ s.t. D’Ambrosio), Barella, Brozovic (dal 21’ s.t. Vidal), Gagliardini (dal 1’ s.t. Sensi), Young (dal 35’ s.t. Darmian); Lukaku (dal 35’ s.t. Perisic), Lautaro.

    Spezia: Provedel, Bastoni, Terzi, Ismajli, Vignali; Mora (dal 28’ s.t. Agudelo), Ricci, Deiola (dal 28’ s.t. Maggiore); Gyasi (dal 35’ s.t. Farias), Nzola (dal 35’ s.t. Piccoli), Acampora (dal 45’ s.t. Mastinu).

    Ammoniti: Brozovic (I), Nzola (S), Terzi (S)

    Espulsi:

    Arbitro: Michael Fabbri (della Sezione di Ravenna )
     

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