Getty Images
La Fiorentina vuole l'Europa 62 anni dopo, ma ha meno certezze di un mese fa. Meglio Jovic di Cabral
Chi vince, va da sé, interrompe un digiuno spaventoso e salva la stagione. Per la verità, il verbo “salvare” si attaglia assai di più agli inglesi, che ai ragazzi di Firenze. Perché il West Ham in stagione è stato pessimo in tutte le competizioni interne, mentre la Fiorentina, pur arrivando ottava, ha giocato la finale della coppa nazionale e questa sera e qui, a Praga, vuole prendersi quel che sembra oggettivamente suo.
Fiorentina - West Ham United (21:00 07/06)
Se questa finale, anziché il 7 giugno, si fosse giocata a fine marzo o inizio aprile, non avrei avuto dubbio sul nome del vincitore. Un mese e mezzo fa la Fiorentina era splendida e splendente, solida e rutilante, vispa e ruspante. Oggi, fiaccata dalla sessantesima partita in stagione, non si può dire che non senta la fatica e, inevitabilmente, anche la tensione. Se si gioca a calcio (4-2-3-1 contro 4-2-3-1), per me, vincono ancora i viola in forza di un collettivo che produce un gioco ad alta intensità tecnica e atletica. Se, al contrario, la pressione attanaglia le gambe e confonde la testa, allora tutto può essere, anche che la squadra meritevole di alzare la Coppa, per quel che ha fatto nei turni di qualificazione, si perda e la perda.
Ma voglio essere ottimista. L’avversario è tosto, non impossibile, la Fiorentina sta bene e Jovic sta benissimo. E siccome, a parti casi unici e remoti, in finale almeno un gol bisogna farlo, allora s’io fossi Italiano metterei lui e non Cabral. Chiaramoci: adoro Cabral e, se con la macchina del tempo, potessimo tornare ad aprile, come dicevo prima, non avrei avuto nessun dubbio. Ma un allenatore gestisce l’attuale e l’evidente, Jovic è quello giusto almeno con cui cominciare, poi si vedrà.
L’altro dubbio, a centrocampo, è stato sciolto dalla necessità. Castrovilli non ce la fa e, quindi, giocherà Mandragora, meno tecnica e più forza, più stazza, più centimetri per andare a catturare la palla. Certo, i piedi di Castrovilli suonano e cantano, però è inutile recriminare, si fa di necessità virtù e non è detto che il fisico, anche stavolta, non conti qualcosa.
Infine, Igor o Ranieri? E’ chiaro che mentre io scrivo e voi leggete, Italiano ha già scelto, anche se tra scegliere e dirlo ai suoi un po’ ce ne passa. Bisogna saper usare le parole, saper motivare e non mortificare nessuno (può essere utile a partita in corso).
In teoria, tra i disponibili, l’attaccante più pericoloso del West Ham è Antonio. Tuttavia non ci sarà marcatura a uomo, meno che mai con Italiano, al massimo marcatura e copertura, anche se questo vale per tutti, anche per Haaland, di cui ci occuperemo tra qualche giorno.
Fino a una settimana fa, delle tre finaliste italiane, quella che mi dava maggiore fiducia era proprio la Fiorentina. Adesso, però, che siamo a poche ore dalla partita, i dubbi mi assalgono. Non per come la squadra giocherà (sono sicuro benissimo), ma per quanto sarà in grado di portare a casa. Perdere la Conference, come ha perso la Coppa Italia con l’Inter, farebbe male, perché non sarebbe giusto. Perciò raccolgo tutta la mia fede nella cooperazione pallonare e grido: forza Italiano. Cognome più adatto alla bisogna, non fu mai scritto.