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  • La Juve di Sarri è peggio di quella di Allegri. Il bel gioco non esiste, ma almeno non ha paura di Ronaldo

    La Juve di Sarri è peggio di quella di Allegri. Il bel gioco non esiste, ma almeno non ha paura di Ronaldo

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Peggio gioca e più vince. La nuova Juve di Sarri è sempre quella antica di Allegri con un’unica eccezione: Sarri non si fa pregare per sostituire Ronaldo, nettamente il peggiore in campo insieme a Bernardeschi e Matuidi. Insomma fa il mestiere di allenatore che guarda al bene della squadra e non di un fuoriclasse palesemente in declino.

    Ora vediamo se l’irreprensibile società di Andrea Agnelli avrà lo stesso coraggio del suo allenatore e multerà Ronaldo per quello che ha detto all’uscita del campo (il labiale, non certo da educande, era indirizzato all’allenatore) e, soprattutto, per non essersi fermato in panchina. Anzi per essersene andato dallo stadio prima che la partita finisse.

    Certo, uno smacco così, lui non l’aveva mai vissuto. Essere sostituito dieci minuti dopo l’inizio del secondo tempo come un carneade qualsiasi gli deve essere sembrato troppo e, nonostante i tiepidi applausi dello Stadium, la sua uscita è stata come un sipario strappato nel bel mezzo di una pièce. Secondo me ci saranno strascichi e il rapporto con Sarri, già non al massimo, potrebbe subire ulteriori complicazioni.

    La realtà, tuttavia, è sotto gli occhi di tutti: Dybala, il sostituto di Ronaldo, non solo ha segnato il gol della vittoria sul Milan con un dribbling risolutivo al limite dell’area, ma ha anche costretto Donnarumma a negargli il 2-0 nel finale di partita.

    Questo non cambia il giudizio su una partita brutta e fiacca, piena di errori e scarabocchi che il Milan non avrebbe meritato di perdere. Il migliore in campo, Dybala a parte, è stato Szczesny che, oltre ad aver tolto dall’incrocio dei pali un colpo di testa di Paquetà nel primo tempo, si è prodotto in almeno quattro parate su tiri da fuori nella ripresa. Per carità, i portieri giocano per impedire i gol agli avversari, ma la quantità di lavoro caduta sulle spalle del polacco della Juve spiegano chiaramente chi ha fatto di più e meglio.

    Il problema del Milan è che non solo non possiede Dybala, ma ha pure un Piatek che più spuntato non si può. Quando è uscito lui è entrato un Leao più preciso, ma assai poco pericoloso e il forcing dei rossoneri, che hanno chiuso la Juve nella propria metacampo, è stato senza sbocchi. Avevano la palla, ma tentavano solo con stucchevoli cross.

    Pioli non ha rischiato il 3-4-1-2 che era stato vagheggiato alla vigilia, però ha avuto coraggio a inserire Conti nella difesa a quattro, venendone ripagato da una prestazione buona come quella di tutta la retroguardia. Incoraggianti le risposte anche dal centrocampo a tre dove ha brillato Bennacer. In un Milan corto e attento i rossoneri non solo hanno conteso sempre la palla agli avversari, ma l’hanno giocata meglio facendo girare a vuoto Bentancur e Matuidi.

    La partita è stata equilibrata e il Milan si è fatto preferire per i cambi di gioco, la capacità di attaccar l’area con più giocatori, la rapidità nelle ripartenze. Il problema è il solito ed è quello relativo al gol. Forse con un portiere diverso da Szczesny sarebbe potuta finire diversamente, ma è solo un’ipotesi.

    La Juve non ha solo sofferto, è stata proprio sotto sul piano della produzione delle iniziative, lenta nel giro palla, molle nei contrasti, imprecisa nei passaggi. Se con una rosa che vale per due i giocatori sono già stanchi c’è da preoccuparsi. Come a Mosca, Sarri ha vinto con la prodezza di un singolo una gara che non avrebbe nemmeno meritato di pareggiare.

    Il suo gioco è una chimera, forse è esistito solo a Napoli, forse non è replicabile a Torino, come non lo è stato a Londra. L’unica cosa che funziona egregiamente è la difesa (bravo anche de Ligt), non a caso la meno battuta del campionato, ma questo accadeva con Allegri, senza che ci si aspettasse niente di più.

    Da quando Sarri guida la Juve non solo non si verificano miglioramenti, ma c’è un palese rigetto nel passaggio tra un tecnico e l’altro. Il caso Ronaldo, però, non c’entra. Nessuno è più importante del club e della squadra. Meno che mai un campione che gioca male e presume troppo di se stesso. Chi è entrato ha fatto meglio di lui, quindi Sarri, almeno su questo, ha avuto ragione. E nessuno lo può sconfessare.




    IL TABELLINO
    Juventus-Milan 1-0


    Marcatore: Dybala 22' s.t. (J)

    Assist: Higuain 22' s.t. (J)

    Juventus (4-3-1-2): Szczesny; Cuadrado, Bonucci, De Ligt, Alex Sandro; Bentancur, Pjanic, Matuidi; Bernardeschi (16' s.t. Douglas Costa); Higuain, Ronaldo (10' s.t. Dybala).
    A disp. Buffon, Pinsoglio, De Sciglio, Khedira, Ramsey, Danilo, Emre Can, Rugani, Rabiot, Demiral.
    All. Sarri.
    Milan (4-3-2-1): G. Donnarumma; Conti, Duarte, Romagnoli, Hernandez; Paquetà (40' s.t. Rebic), Bennacer, Krunic (16' s.t. Bonaventura); Suso, Calhanoglu; Piatek (21' s.t. Leao).
    A disp. Reina, A. Donnarumma, Calabria, Biglia, Caldara, Gabbia, Rodriguerz.
    All. Pioli.

    Arbitro: Maresca di Napoli.
    V.A.R.: Mazzoleni di Bergamo.

    Ammoniti: 40' p.t. Krunic (M), 45' p.t. Bennacer (M), 12' s.t. Cuadrado (J), 44' s.t Duarte (M), 46' s.t. Calhanoglu (M), 46' s.t. Suso (M).

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