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  • La Nuova Zelanda si aggrappa a Dan Carter: l'eroe del rugby torna in patria per il primo torneo post-Covid

    La Nuova Zelanda si aggrappa a Dan Carter: l'eroe del rugby torna in patria per il primo torneo post-Covid

    • Davide Fantozzi
    Da ieri pomeriggio nel mondo del rugby rimbalzava una voce bomba di mercato in tempi di carestia informativa: Dan Carter, che per chi non lo conoscesse è di uno dei giocatori se non il giocatore più forte di sempre per qualità e durata della carriera, torna in patria. Questa notizia contiene già di per sé due elementi di sorpresa. Il primo: Carter non metteva piede su suolo neozelandese dal 2015, per partire dopo un mondiale in cui fece il bello e il cattivo tempo, eletto Man of the Match in una finale stupenda contro l’Australia e Giocatore del mondo dell’anno.

    In questi 6 anni di assenza, un lungo peregrinare in Europa prima e in Giappone poi. Ricoperto di euro e yen, il giocatore più pagato di tutti decide però come gli eroi dei migliori film di tornare a casa nel momento del bisogno, ossia nel torneo post-Coronavirus organizzato a porte chiuse fra i cinque club della Nuova Zelanda, il Super Rugby Aotearoa. Il tema del rientro a casa si carica ulteriormente di significato, ci si appella alla sicurezza offerta dal talento cristallino in un periodo storico in cui le certezze sono poche. Affrontare le giornate del ritorno alla vita che non sarà mai come prima con un ritorno che non è mai stato come prima, coscienti del fatto che non possiamo riavvolgere il nastro del tempo che passa, ma sperare che le cose andranno bene. E che ciò avvenga nei giorni in cui si sta provando a ripartire con l'attività agonistica, mettendosi alle spalle l'incubo del Covid-19, assume un significato molto forte.

    E qui giunge il secondo elemento di sorpresa: Carter ha trascorso 12 stagioni della sua carriera, dal 2002 al 2015 (in mezzo una parentesi in Francia nel ‘08/’09) ai Crusaders, la squadra più vincente dell’emisfero sud (10 campionati del Super Rugby vinti su 24, le seconde migliori ne hanno vinti 3). Un rapporto di amore e fedeltà che sembrava destinato a rimanere intatto nel corso degli anni. Non sarà così. La superstar ha infatti firmato per i Blues come rimpiazzo in seguito all’infortunio del giovane Perofeta, andando a rimpinguare la già folta lista di mediani d’apertura del team di Auckland. I Blues non sono nuovi a questi ritorni, avendo messo sotto contratto negli anni passati altri giocatori over30 dal recente passato glorioso, come Ma’a Nonu o Sonny Bill Williams. Loro però partivano da titolari nei piani dell’allenatore e avevano un altro ritmo nelle gambe, venendo da campionati più impegnativi e non dopo un lockdown di due mesi.

    Vista la competizione agguerrita di giovani forti e meglio allenati sarà difficile per Carter trovare uno spiraglio in cui inserirsi, ma già solo la notizia del suo ritorno sul suolo natio fa venire un po’ di nostalgia. Troverà spazio? Sarà all’altezza? Il suo sarà un bellissimo canto del cigno o un ultimo barrito nel cimitero degli elefanti? Nel dubbio godiamoci quel che verrà, perché è comunque storia.

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