Antonio Caliendo, a margine della presentazione del suo libro Nessuno prima di me, in svolgimento al Mammut Club di Modena, ha parlato della sua idea di riformare il mondo del calcio: "Io fornisco un indicazione, perché le idee nascono dai dispiaceri. Ho sempre cercato di dare un contributo e in questo libro ho voluto anche dare un'idea di quello che potremmo tutti insieme proporre alla Figc, all'Aic e a tutto il calcio.
La Figc dovrebbe, invece di penalizzare le società con un reato oggettivo, dare loro e obbligarle a nominare tre elementi della propria squadra che vigilino sugli altri. Chiamiamoli vigilantes".

Ma cosa dovrebbero fare questi vigilantes? "Dobbiamo partire da un punto di vista preciso - prosegue Caliendo - un giocatore finisce la carriera a 35-36 anni. Un'età dove si è ancora giovanissimi; i calciatori devono ritenere questa prima fase della vita un'opportunità per cominciare dopo la vera vita, quella dove ci si crea una professione, I vigilantes, un difensore, un centrocampista e un attaccante, a fine partita dovrebbero rispondere solo a tre domande semplici su un foglietto che consegnano all'arbitro. Così si terrebbe sotto controllo quello che è successo. Sicuramente una cosa del genere può non suscitare molto interesse. Ma se uno riflette e sa come nascono queste cose sul campo, capisce che tutto questo sarebbe fatto per neutralizzare la mela marcia che ci può essere in ogni squadra".