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  • Un 2003 che ricorda Messi e un playmaker figlio d'arte: Roma, ecco i gioielli opzionati con l'addio di Zaniolo
Un 2003 che ricorda Messi e un playmaker figlio d'arte: Roma, ecco i gioielli opzionati con l'addio di Zaniolo

Un 2003 che ricorda Messi e un playmaker figlio d'arte: Roma, ecco i gioielli opzionati con l'addio di Zaniolo

  • Gabriele Stragapede
Qualcosa è andato storto. La storia d’amore tra Nicolò Zaniolo e la Roma è terminata quest’oggi. Il classe ‘99, dopo aver superato le visite mediche di rito, ha firmato l’accordo con il Galatasaray sino al 2027. Ormai, per la chiusura dell’affare, manca solo l’ufficialità. Un’operazione che mette la pietra tombale sul caso Zaniolo. Un caso che il ds giallorosso Tiago Pinto ha voluto commentare a gran voce, tirandosi via qualche sassolino dalla scarpa: “Con tutta l'umiltà se qualcuno dopo quello che è successo a gennaio o magari prima, pensa che è andato via per la mancanza del rinnovo allora qualcosa non va bene nel giudizio che facciamo. Nicolò è stato amato come pochi giocatori da questa città, quando si rifiuta di vestire la maglia della Roma è qualcosa che va oltre a trattative o rinnovi. Non mi nascondo, quando inizi a parlare di un rinnovo c'è sempre una trattativa da fare ma conta anche il rendimento in campo. Anche io posso pensare che dovrei guadagnare X ma se decido di andare via dalla Roma e vedo che mi vogliono solo Bournemouth e Galatasaray bisogna farsi qualche domanda".

LE CERTEZZE SUPERANO I DUBBI - Tante domande e ancor più dubbi aleggiano su ciò che è successo nell’ultimo mese tra Zaniolo e la Roma. Ma più che su questi dubbi, la concentrazione può – e deve – spostarsi sulla realtà dei fatti. Il club capitolino si è assicurato 16,5 milioni di euro più il 20% della futura rivendita. Inoltre, se la stessa fosse superiore ai 20 milioni, si aggiungerebbero altri 2 milioni. Per non parlare dei 13 milioni di bonus e dell’opzione per due talenti della squadra turca: Yusuf Demir ed Efe Akman.

IL 2003 CHE RICORDA MESSI - Il primo sarà più noto agli appassionati di calcio. Yusuf Demir nasce a Vienna il 2 giugno 2003. Di chiara origine turca, cresce nelle giovanili del Rapid Vienna dove diventa il più giovane debuttante di sempre per il club austriaco – match del 14 dicembre 2019 contro l’Admira Wacker -. Giocatore molto offensivo, mancino naturale dotato di una raffinatezza di tocco pregevole, si fa notare per la sua ampia intelligenza calcistica – oltre che per le sue qualità tecniche – agendo su tutto il fronte d’attacco, pur preferendo il ruolo di trequartista o di ala destra. Il suo talento gli permette il grande salto: nel luglio 2021, viene acquistato dal Barcellona, dove ha modo di farsi apprezzare sotto la guida di Koeman. Il suo agente, intervistato da SPOX, parlava così: “Il suo modo di giocare ricorda Messi. Lui è un suo grande fan, lo adora e giocava sempre con la sua maglietta. Non ho mai visto uno come lui a questa età". Ma l’avvento di Xavi gli regala sempre meno spazio e così decide di far ritorno al Rapid, prima di essere ceduto – lo scorso settembre – al Galatasaray per 6 milioni di euro. Per il suo posizionamento in campo, può essere il sostituto naturale di Zaniolo. Qualche infortunio di troppo ne stanno limitando le presenze in campo ma il futuro è tutto dalla parte di Demir. Ed ancor di più per Akman.

QUESTIONE DI FAMIGLIA - Efe Akman ha il calcio nel sangue. Nato il 20 marzo 2006, figlio dell’ex bandiera del Galatasaray e della nazionale turca Ahyan Akman – attuale direttore tecnico del club di Istanbul - e fratello di Hamza, classe 2004, già nel giro della prima squadra – con la quale ha strappato quattro convocazioni in Super Lig -. Ma se Hamza ha già siglato la sua prima rete tra i professionisti, per Efe, il calcio dei grandi, è ancora un mondo da scoprire. Almeno ufficialmente. Infatti, Akman ha già preso parte a quattro amichevoli con la prima squadra, una prima squadra che rischia di non veder mai crescere uno dei suoi migliori prodigi. Perchè la Roma, grazie all'opzione inserita per la cessione di Zaniolo, visionerà attentamente la sua crescita, il suo percorso. La carta d’identità di Matic recita 34 anni: Akman, playmaker già di grande personalità – come dimostra la fascia di capitano nelle giovanili della nazionale turca – si inserirebbe perfettamente negli schemi tattici e tecnici di Mourinho, un allenatore che, di personalità, ne ha da vendere. Ed ecco che quindi, a conti fatti, l’affare può averlo fatto la Roma, assicurandosi due gioielli per il futuro

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