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  • Lapo, l’unico degli Agnelli a ricordare Edoardo: come suo zio, è stato escluso dalla Juventus, ma con una differenza

    Lapo, l’unico degli Agnelli a ricordare Edoardo: come suo zio, è stato escluso dalla Juventus, ma con una differenza

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    Sono trascorsi venti anni dal giorno in cui Edoardo Agnelli smise di essere un “problema” per la Famiglia e, dal greto di un fiume, volò verso l’infinito. Una presenza ingombrante fino a quando rimase in vita. Un’assenza altrettanto imbarazzante dal giorno della sua scomparsa. Così come il suo funerale venne celebrato in un’alba livida a Villar Perosa da pochissimi intimi, allo stesso modo il ricordo del figlio primogenito dell’Avvocato ha sempre rappresentato un macigno possibilmente da ignorare per la folta schiera dei suoi congiunti. Fortunatamente non per tutti, però.

    Ieri Lapo Elkann, del quale Edoardo era lo zio, ha voluto twittare una paginetta in memoria di colui che, sono parole sue, “ha rappresentato un punto d riferimento unico per la mia esistenza. Una persona buona dotata di una sensibilità speciale in grado di trasmettere soltanto valori positivi. Non passa giorno che io non lo pensi almeno una volta e sento che lui è sempre con me come angelo custode che mi sta vicino lungo il cammino della mia esistenza terrena. Nella mia camera da letto ho una sua fotografia che osservo prima di addormentarmi”. L’omaggio, dolente e commovente per la sua sincerità, si chiude con un grande cuore rosso.

    Quella di Lapo è l’unica voce che si leva dal gruppo Agnelli-Elkann a rompere un silenzio tombale ingiusto e ingiustificabile. Lapo era il nipote prediletto di Edoardo. Edoardo era non soltanto uno zio ma un amico e confidente per Lapo il quale portò al polso per anni un suo braccialetto fino a che l’oggetto non si ruppe per consunzione. Con il “messaggio” al suo “angelo custode” Lapo ha confermato di rappresentare una “perla” autentica nel collier di una Famiglia composta, per sensibilità, da pietre di bigiotteria. Non a caso vive e lavora all’esterno della stanza dei bottoni. Proprio come Edoardo escluso dalle iniziative imprenditoriali del Clan e persino da quella Juventus della quale avrebbe voluto occuparsi. L’unica differenza è che Lapo, per sua fortuna, nei momenti di difficoltà non è stato lasciato solo.

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