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  • L'Ascoli si aggrappa a Carrera, l'uomo scelto per centrare la salvezza

    L'Ascoli si aggrappa a Carrera, l'uomo scelto per centrare la salvezza

    • Claudio D'Amato
    Buona la prima. Miglior impatto sul mondo Ascoli, Massimo Carrera, non poteva averlo.

    Il successo per 4-1 contro il Lecco ha consentito all'ex difensore di Juve e Atalanta di presentarsi a dovere al cospetto del popolo bianconero, rompendo il ghiaccio in una rincorsa salvezza che con 8 giornate da giocare risulta tanto difficile quanto realizzabile.

    Carrera è diventato uno dei pochi tecnici vincenti all'esordio sulla panchina dei marchigiani, andando a far compagnia a nomi di spicco come Carletto Mazzone e Nedo Sonetti: è lui l'uomo scelto da Carlo Neri per regalare una sterzata alla stagione del Picchio, in piena zona Playout ma che ora può puntare deciso alla permanenza in Serie B.

    LE "BATTAGLIE" DI CARRERA - "Ho accettato questa sfida per affrontare 9 battaglie, dobbiamo cercare di recuperare le squadre che ci sono davanti - aveva dichiarato il nuovo allenatore nella conferenza di presentazione - Ci sono le carte in regola per centrare l’obiettivo. Io sono fiducioso e lavorerò insieme alla squadra per cercare le soluzioni che ci permetteranno di raggiungere l’obiettivo".

    La prima "battaglia" è andata, col poker al Lecco che ha portato l'Ascoli a -3 dal Bari e che ad oggi si giocherebbe la permanenza in cadetteria nello spareggio con la Ternana. La prossima sa di crocevia, ossia quella sul campo di uno Spezia che ha gli stessi punti dei marchigiani (31), nel calderone di un calendario che successivamente recita: Venezia, Cittadella, Modena, Ternana, Cosenza, Palermo e Pisa. Nel menù gli scontri diretti non mancano, con incroci che sulla carta - vincendoli - varrebbero doppio.

    GRINTA E FAME - Carrera al posto di Castori rappresenta una scommessa audace che poggia sul carattere forte del diretto interessato e sulle nozioni maturate in panchina anche lontano dall'Italia: dal campionato vinto in Russia con lo Spartak Mosca, alla parentesi (meno felice) in Grecia al timone dell'AEK Atene.

    Carrera mancava su una panchina da 3 anni (l'ultima quella del Bari, nel 2021), ecco perché fame e voglia di lasciare il segno non possono mancargli. Proprio ciò di cui ha bisogno l'Ascoli, protagonista di un 2023/2024 da dover raddrizzare in questo rush conclusivo.

    LE SCUSE E L'APPELLO DI BELLUSCI - Emblema del momento carico di tensione e voglia di invertire la rotta è quello che ha visto coinvolto il capitano Giuseppe Bellusci, protagonista di un'esultanza polemica dopo il goal segnato contro il Lecco seguita da un dietrofront con appello alla piazza.

    "Come sempre voglio metterci la faccia e quando c'è da chiedere scusa lo faccio - ha scritto il difensore sui social - Questa è l’occasione: il gesto che ho fatto domenica, rivolgendomi indistintamente a tutto lo stadio dopo aver segnato, è stato eccessivo e plateale, specie se a farlo è un capitano. Voleva essere un messaggio a tutti coloro che aspettano che vada tutto male per potersi sfogare contro l’Ascoli. Voleva dire: siamo vivi, la salvezza è ancora in ballo, basta offese alla squadra, a questo o quel giocatore, alle chiacchiere da social". 

    "Ho avuto l’occasione di spiegare nelle interviste dopo la partita cosa intendevo, mi riferivo ovviamente ai meno coinvolti, tant’è che ho parlato di amore, passione, attaccamento. L’adrenalina del momento, la responsabilità che sento forte, la mia ascolanità, la mia devozione mi hanno portato a un gesto che non tutti hanno compreso. Certo non era riferito, come spiegato nel post gara, a chi macina chilometri per sostenerci, a chi non arriva a fine mese, ma al primo posto mette sempre l’Ascoli, a chi crede fino all’ultimo secondo dell’ultima partita che ci salveremo. Per questo, se qualcuno si è sentito offeso, chiedo scusa di cuore". 

    "Ma ribadisco che i bilanci si fanno alla fine e ora non è assolutamente il momento di emettere sentenze, sostenere a intermittenza oppure offendere al primo passaggio sbagliato. È ora di unirci tutti in un forte abbraccio da qui alla fine per poter esultare, insieme, ancora più forte!".

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