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  • Lazio: ecco il piano anti esuberi

    Lazio: ecco il piano anti esuberi

    • M. A.

    La chiusura del vecchio progetto apre quello nuovo che l’anno prossimo dovrà portare la Lazio dritta in Champions. In un cassetto della scrivania Lotito ha tre liste, chi parte, chi resta e chi arriva, il comune denominatore sono i milioni necessari a rivoluzionare la Lazio senza cancellarne l’identità vincente incorniciata dalla vittoria nel derby di Coppa Italia. Per questo, ancora prima di passare alle ratifiche delle conferme di Petkovic (biennale pronto, si firma in settimana) e di Klose (per lui c’è un contratto in bianco, anche per attività post-agonistica da ambasciatore biancoceleste), e prima di buttarsi sulla definizione degli acquisti (Perea è in arrivo a Roma, per Biglia si chiude in due settimane, il nome nuovo è Eder, attaccante del Braga), tocca azzerare gli sprechi. Sono, infatti, 12 i milioni che la Lazio può recuperare risolvendo la grana esuberi, il tormentone di ogni estate. Certo, quest’anno la rosa è un po’ meno extralarge, c’è la possibilità di cancellare una volta per tutte le voci in perdita. Perché oltre a Dakité e Saha che se ne vanno a scadenza e a Foggia che ha già firmato per il Dubai F.c., i giocatori fuori dal nuovo progetto sono solo 7, giovani verso Salerno a parte. Il caso più eclatante, e soprattutto il più gravoso economicamente, è quello di Mauro Zarate. C’è un contenzioso per mobbing aperto davanti al collegio arbitrale e male che vada, cioè se si arrivasse alla rescissione senza clausola di svincolo, la Lazio risparmierebbe 6 milioni lordi, ovvero lo stipendio che dovrebbe percepire l’argentino l’anno prossimo. Non poco. Ma c’è dell’altro. Per esempio il caso Matuzalem, un capitolo aperto col Genoa. Il brasiliano è legato alla Lazio per un’altra stagione, ha un contratto pesante (1,3 milioni) che Lotito si ritroverà sul groppone se l’amico Preziosi non eserciterà il riscatto. La trattativa va avanti da settimane e la Lazio sta cercando di inserire nell’affare il difensore svedese Granqvist (oppure Ciro Immobile) per cancellare uno spreco mettendo le mani su un giocatore verso il quale «Petko» ha dato il placet. Per gli altri esuberi, invece, la soluzione tocca inventarsela, soprattutto in due casi spinosi: Giuseppe Sculli è una patata bollente che costa un milione d’ingaggio fino al 2015 e Stankevicius è un ultra-trentenne che quest’anno ha totalizzato solo tre presenze ma che grava per 800 mila euro sulle casse della Lazio. Fuori dal progetto anche Barreto, Alfaro (vicino al riscatto dall’Al Wasl), ma soprattutto Cavanda, un fuori rosa per questioni di rinnovo e legato da un contratto in scadenza nel 2014. Azzerare le perdite a vuoto per evitare sacrifici eccellenti, questo il piano. O almeno lasciare ad Hernanes e Lulic tutta la responsabilità di un eventuale divorzio.

    (Corriere della Sera - Edizione Roma)

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