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  • Laziomania: altro che assenze, Lazio superiore al Napoli anti-Gattuso

    Laziomania: altro che assenze, Lazio superiore al Napoli anti-Gattuso

    • Luca Capriotti
    Tutto nasce da qui. Tutto nasce dall'atteggiamento giusto, la fame, la sensazione che solo una squadra volesse vincerla sporcandosi, battendosi. Mi verrebbe da dire che la vittoria della Lazio sul Napoli nasce al 76', col profondo ripiegamento difensivo di Immobile a sporcare l'ennesimo pallone. Ma la vittoria é tutta in una sola immagine: Luis Alberto che esulta, e non se la prende con tutto l'universo mondo zittendo tutti, ma corre ad abbracciare Inzaghi. La Lazio è stata di molto superiore al Napoli grazie alla diplomazia.

    INZAGHI DI FINO CONTRO GATTUSO - Non sono così presuntuoso da pensare che la vittoria della Lazio sia stata dettata solo dalla netta superiorità dimostrata nella voglia, nelle idee e nelle posizioni in campo. Il Napoli l'ha persa perché gioca con leggerezza colpevole, come se alla fine il risultato conti poco, l'importante sia una bella scampagnata in compagnia. E la rosa lunga in avanti di fronte ad almeno 3 assenze monstre per giocarsela alla buona contro la Lazio non basta. Alla morte, poteva metterla in difficoltà. Così no. Ma é Inzaghi che stavolta ha messo all'angolo Gattuso. Qui su queste pagine abbiamo criticato sia l'approccio sia lo studio della gara da parte di Simone Inzaghi ogni 3 giorni: stavolta l'ha messo nel sacco, punto. A dimostrazione che le teorie assolutistiche sul nostro mister (fa sempre gli stessi errori, etc etc) spesso sono solenni idiozie.

    Quando Lazio e Napoli si scontrano, con questi due allenatori, ho sempre l'impressione che tatticamente Inzaghi sia più raffinato. Ha chiuso qualsiasi sbocco, i mediani marcati sempre dalle punte o dalla sapiente strategia di Escalante. Ha messo la partita sui binari meno congeniali per il Napoli, insistito sui punti deboli, trovato un Milinkovic Savic perfetto, sempre al posto giusto, col pallone giusto, con l'idea che serve. Ha di fatto avuto buon gioco anche perché ha impedito agli uomini di Gattuso di muoversi nelle loro zone di comfort. E fuori da quelle, li ha aggrediti, stanati, costretti a sbagliare, approfittando di un clima comunque troppo tenero e leggerino, direi anti-Gattusiano.

    EPIFANIA DI ESCALANTE - Escalante, per cui nutrivo e nutro sempre grande curiosità, si sta scrollando addosso una certa timidezza. E sta uscendo un bel giocatore: pulito ed elegante, spesso con letture difensive giuste, molto intelligente tatticamente. Diverso da Leiva, ma efficace e molto raffinato in alcuni tocchi. Rischiasse qualche verticalizzazione in più, la Lazio avrebbe piazzato una bella idea a 0 in un ruolo cardine. Una bella Epifania anticipata, in una zona senza Leiva tradizionalmente rossa. Una cosa da sottolineare: alla Lazio mancavano Correa e soprattutto Acerbi, ad oggi forse il miglior difensore italiano. E Hoedt, nonostante una prematura e preoccupante ammonizione, ha tenuto Petagna nel taschino. C'é tempo per un carro di Hoedt, ma intanto confermo la mia idea iniziale: nella grave assenza di un grande acquisto, é una soluzione di comodo intelligente ed azzeccata. Come si sta dimostrando lui: preciso, forse si fa saltare troppo facilmente a volte ma si é calato nella parte con umiltà. Quella che non aveva prima. E i risultati cominciano a vedersi (al netto di qualche errore che ha fatto nel primo tempo, anche evidente)

    LE SCUSE SU MARUSIC - Sapete, ne parliamo spesso, che Adam a sinistra per noi sia una specie di ossessione: è forse il simbolo della seconda toppa di Tare, Fares. La prima, per ora, resta Muriqi (che si rivede in campo, nemmeno malaccio). Doveva essere un instant player, il secondo acquisto più costoso dell'era Lotito, per ora ha attivato una modalità Poltergeist da Call of Duty Mobile che non gli rende granché merito. Ma ho imparato una cosa da anni di Lazio: gli instant player raramente esistono, ma la pazienza premia a volte. Dobbiamo scusarci su Marusic? Rimane purtroppo il simbolo di una scelta inadeguata, ma lui si impegna, e proprio il suo essere fuori ruolo forse lo ha aiutato. Paradosso: i difensori del Napoli sembrano pensare che da Nazareth, da lui, non possa venire nulla di buono. Grosso errore natalizio ed erodiano: esce fuori una cometa di sinistro perfetta per l'inzuccata di Immobile. L'atteggiamento che in questa partita ha di fatto dato la vittoria alla Lazio lo ha premiato. La tigna non gli manca, forse avrebbe bisogno di altre qualità, ma si merita solo applausi per la disponibilità. Avremmo preferito destinare clap clap alla società per un acquisto azzeccato a sinistra, ma forse meglio sperare in un recupero di Lulic (a proposito, quando?)

    IL VERO SIMBOLO - Tutta qui forse la svolta della Lazio. I suoi rimugini, le lungaggini, le polemiche, tutte sciolte in una lunga corsa verso Simone Inzaghi: Luis Alberto lo indica ridendo, dopo un tiro al volo delizioso. Lo va ad abbracciare, lo alza come un trofeo. Il legame tra i due ha superato perfino l'ultimo gelo con la società, la polemica sull'aereo: Inzaghi ha premuto con forza per averlo in campo, perché la punizione non fosse che economica. Ci tiene a questo spagnolo che ha fatto diventare un big assoluto di questo campionato, forse tra i 3 migliori 10 di questa Serie A. E Luis Alberto lo ha ringraziato con una piccola perla, ma é la dedica quella più importante: un patto per la Lazio tra i due, che ha superato la rabbia societaria e le facce cupe. Un patto per la Lazio, un abbraccio a sancire la nuova era di questa squadra. 

    La diplomazia potrebbe aver svoltato la stagione della Lazio: di fatto una settimana intensa di fili riannodati a Formello, incontri, chiacchierate con società, staff, tecnico e squadra hanno messo ordine e ridato nuovo slancio. La diplomazia lotitiana ha schiantato il Napoli. Con Inzaghi, forse Luis Alberto ha sollevato la Lazio dal peso immenso di questo inizio di stagione, tutto quel groviglio di problematiche che teneva la Lazio incollata al suolo. Contro il Milan per la conferma, ma tutto nasce da qui. 

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