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  • Leao: 'Non potevo lasciare il Milan, ci sono sempre stati. Dove mi vedo in futuro? Qui'

    Leao: 'Non potevo lasciare il Milan, ci sono sempre stati. Dove mi vedo in futuro? Qui'

    • Daniele Longo, inviato
    Intervenuto in Mondadori Duomo a Milano, per la presentazione del suo libro intitolato Smile, il numero 10 del Milan Rafael Leao ha parlato a ruota libera dei contenuti e temi espressi nel volume:  

    “Gli inizi? Mi hanno visto gli scout del Benfica e mi hanno fatto firmare, sono stato una settimana ad aspettare il pullmino che mi doveva portare da scuola al centro di allenamento, ma niente, non passava. E quindi sono andato allo Sporting. Il Benfica si mangia le mani? Per forza (ride, ndr)”.

    ATTACCO AL CAMPO DELLO SPORTING NEL 2018 - "È stato un momento difficile per me. Avevo 18 anni, ero arrivato in prima squadra. Non avevo mai visto una cosa così. Sono un ragazzo emotivo, è stato un momento difficile".

    FAMIGLIA FONDAMENTALE PER SPICCARE IL VOLO - "In Francia? Decisione difficile per me, ero abituato a stare a Lisbona con i miei amici e la mia famiglia. È una decisione che dovevo prendere da solo. Forse se non avessi avuto mio papà e mia mamma dietro non sarei arrivato a questo livello. Arrivo da un quartiere difficile. Avevo amici che potevano arrivare a livelli top, ma non ce l'hanno fatta perché non avevano una famiglia dietro. Sono fortunato ad avere una mamma ed un papà così. Andare in una città che non conoscevo, Lille, è stato difficile. Poi sono andato a Lille, un periodo difficile che mi ha fatto crescere come uomo. Un campionato nuovo, avevo la pressione del "Mbappé portoghese". Dovevo abituarmi ad un nuovo paese".

    DIFFICOLTA' - "I primi tre mesi sono stati difficili, anche per la lingua. In quel momento lì ho dovuto fare lo step per arrivare ad un livello alto, il campionato era di buon livello. Ero in buone mani tra allenatore e compagni. Dovevo fare uno switch nella testa per raggiungere le aspettative che avevo addosso. È stato un momento fondamentale per capire quali sono le persone che ti vogliono bene e che ti vogliono portare al top, per farti essere un calciatore top".

    RAZZISMO - "Noi giocatore dobbiamo essere i primi a provare di fare qualcosa. Il Milan in queste situazioni qua prova sempre a fare qualcosa. È stato difficile per Mike e per tutti e noi. Bisogna insistere e fare sempre qualcosa di più. Il razzismo non finirà mai ma noi dobbiamo provare a fare sempre qualcosa in più".

    DEL PIERO - "Non ci siamo sentiti, ma è un calciatore che guardavo da piccolo. Ho preso il numero 10 per i calciatori che portavano qualcosa di diverso, con magia. È un giocatore che è stato importante per il calcio. Il gol alla Del Piero (ride, ndr). Ci provo".

    IL SURF - "Mi piace perché è un modo di vivere. Quando sei sulla cresta dell'onda devi dare il massimo e quando cadi devi dare tutto per rialzarti, come nella vita. Se cadi devi essere sempre pronto a non mollare".

    QUERELLE SPORTING-LILLE-TAS - "È stato un momento difficile. Non era colpa mia, io volevo solo sfruttare il calcio per essere felice senza pensare a questo tipo di cose. Sono cose che non cerchi ma arrivano lo stesso. Devo ringraziare la mia famiglia, il Milan ed il calcio. Ogni volta che entravo in campo tutti i problemi andavano via".

    MALDINI E IBRA - "Maldini mi ha detto che non dovevo pensare solo ai dribbling ma anche ad essere efficace. Una persona importante per me, dentro e fuori dal campo, anche per la mia crescita. Sapevo cosa Ibra potesse fare dal punto di vista tecnico. Ma dal punto di vista mentale è sempre stato vicino a me. Sono ancora giovane, non sono perfetto, ho tanto da imparare, figure del genere sono importanti per i giovani che vogliono vincere".

    SCUDETTO 2022 - ​"Il Duomo era tutto rossonero, mai vista una cosa così. È stato il mio primo trofeo importante. Immagino sempre tutto l'anno il Duomo tutto rossonero perché è incredibile, non ho parole. Rifarlo? Ci proviamo. Non è facile, chiaro. Adesso venerdì c'è una partita importante. L'EL è un obiettivo, ma andiamo step by step. Vogliamo un San Siro caloroso contro lo Slavia, vogliamo vincere per andare avanti".

    RINNOVO - "Sono arrivato al Milan bambino, i primi anni sono stati difficili perché non giocavo molto. Mi hanno aiutato a crescere come giocatore e come uomo. Sono arrivati poi momenti difficili e sono sempre stati qui. Non potevo lasciarli. Li amo tanto".

    TATUAGGIO - "Only the family. Un omaggio alla mia famiglia e ai miei amici".

    WAY 45, IL SUO ALTER EGO - "Un omaggio al mio quartiere. La musica è per esprimere i miei sentimenti. Non mi piace aprirmi a tante persone, la musica è un'opportunità per far sentire le mie parole a chi mi sta vicino. Non è un lavoro ovviamente".

    LINEA DI ABBIGLIAMENTO "SON IS SON" - "Mi piace la moda. È merito di mio papà, non mi faceva uscire di casa vestito male. Non era ricco ma mi comprava sempre bei vestiti, mi voleva sempre a posto. Immaginavo da tanto di fare un brand ma ho aspettato il momento giusto".

    Poi a parte, ai media presenti: "La maglia numero 10 è una maglia diversa, per giocatori che portano qualcosa di diverso in campo. Io l'ho voluta indossare perché mi sento un giocatore importante"

    GOL ALL'ATALANTA - "Erano 5 mesi che non segnavo, a parte la bellezza lo volevo fortemente. Le critiche costruttive mi stimolano, conosco il calcio e so che l'importante è che la squadra vada bene. A me mancava solo il gol, ma quando giochi bene arrivano. Non metto obiettivi numerici".

    IBRA A MILANELLO - "Lui ci conosce bene, ha giocato con noi e ci aiuta tanto averlo insieme a noi".

    PIOLI - "Mi ha abbracciato, visto che ho giocato bene. Lui da me si aspetta delle belle partite, conosce le mie qualità".

    DOVE VEDO IL MIO FUTURO - "Milan". 

    GIOCATORE CHE LO HA IMPRESSIONATO - "Theo Hernandez"

    PRIMAVERA - "Sono il futuro, dei giovani con gran qualità. Li vorrei vedere più spesso, dal progetto U23 possono arrivare grandi soddisfazioni".

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