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  • Leccemania: il silenzio dell’AIA è più rumoroso di un arbitraggio indegno, meglio tuonare ora che troppo tardi

    Leccemania: il silenzio dell’AIA è più rumoroso di un arbitraggio indegno, meglio tuonare ora che troppo tardi

    • Stefano Gennari
    Oltre al danno anche la beffa è ciò che si materializza al Via del Mare, dove il Lecce esce con un pareggio che, per prestazione e occasioni avute, va stretto a cui si aggiungono le decisioni scellerate dell’arbitro Pairetto e del Var Di Martino che negano due rigori sacrosanti ai giallorossi. La squadra di Baroni, quindi, si vede negata ancora la possibilità di sbloccare la casella delle vittorie mentre si muove quella del Monza che conquista il primo punto in Serie A.

    SCELTE INSPIEGABILI E METRO DI GIUDIZIO – Iniziare dagli aspetti prettamente del rettangolo di gioco appare difficile mentre merita priorità l’arbitraggio di Pairetto che rischia, nonostante siamo alla sesta giornata di un lungo campionato, di condizionare la difficile corsa alla salvezza. Gli episodi, innanzitutto, avvengono sul risultato di parità e nel momento in cui il Lecce aveva chiuso gli avversari nella propria trequarti senza respiro e con dinamiche anche simili. Il primo episodio vede Molina toccare il pallone direttamente con il braccio da indisturbato e in modo non fortuito e non volontario, stando ai crismi del regolamento che ritiene da sanzionare il fallo se la mano o il braccio si muovono verso il pallone e se le braccia sono posizionate in modo innaturale aumentando lo spazio del proprio corpo, evidentemente proprio come nel caso in questione, tanto da rendere facile la conquista della sfera a Di Gregorio. La seconda situazione è ancora più paradossale dato che Marì contrasta Colombo e con il braccio evita che il pallone possa passare e arrivare in mezzo all'area di rigore. Detto del regolamento, che in modo incontrovertibile conferma le condizioni che si sono concretizzate negli episodi, sembra inspiegabile il motivo per cui Pairetto non sia andato al Var in entrambi i casi trattandosi di situazioni che hanno sempre un margine di discrezionalità che ricade sull’arbitro in campo nel momento in cui viene richiamato al monitor. Per quale motivo e quale sarebbe il metro di giudizio nel valutare (solo dal campo!) episodi simili in modo diverso? Perché al Milan è stato concesso il rigore con la Sampdoria e alla Salernitana contro la Juventus mentre al Lecce no, se si tratta di situazioni dello stesso tenore? Il parallelismo con quanto poi avvenuto a Torino, dopo il pomeriggio al Via del Mare fa riflettere sui problemi sia di chi arbitra in campo e sia di chi, con uno strumento tecnologico, ha degli abbagli così clamorosi.

    FARSI SENTIRE E RISONANZA MEDIATICA – Giustamente il Lecce, nelle parole di Sticchi Damiani, si è fatto sentire e lo farà anche nelle sedi opportune ma, al momento, in “zona AIA” non arrivano risposte se non da probabili sospensioni per Pairetto e Di Martino che passeranno nel silenzio totale come un’ammissione di colpa senza saperne i motivi. Evidentemente, ogni partita avrà un metro di giudizio diverso senza conoscere da campo e Var cosa e come vengono valutati gli episodi e il regolamento. Purtroppo, nonostante le parole di Sticchi Damiani, questo non è dato saperlo e se nella prossima partita il Lecce subirà un rigore per un fallo di mano che la giornata precedente non si è visto fischiare a favore, subirà il torto di un regolamento e un protocollo scritto su carta e attuato ad intermittenza. Di tutto ciò i giornali e i vertici arbitrali non ne parlano e se questo non avviene solo perchè si tratta di una squadra ritenuta “piccola”, allora si sbaglia due volte. 

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