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  • Lettera a Jacobelli: né di Del Piero né di Tevez, la maglia n.10 è della Juve

    Lettera a Jacobelli: né di Del Piero né di Tevez, la maglia n.10 è della Juve

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    • Caro Direttore Jacobelli,

      sono un tifoso della Juventus da sempre, quindi 32 anni, in famiglia lo siamo di generazione in generazione, la Juventus per noi è una seconda famiglia da cui ci sentiamo adottati, lo dico senza eccessi, è una tradizione, un collante di certe occasioni vissute in religioso silenzio, davanti ai nostri campioni.


      Le scrivo, spinto dal sentimento di chi ha sempre provato un profondo rispetto per il Campione e l’uomo Alessandro Del Piero, in merito alla discussione sul numero di maglia assegnato a Tevez.

      Se dovessi immaginare quello che ha rappresentato per me, per noi, Alex è stato non solo un idolo calcistico di infanzia, ma l’erede di uno stile che lui stesso ha saputo degnamente rappresentare. Non è mia consuetudine giudicare qualcuno, ma se proprio devo farlo, cerco di valutare le azioni di un uomo nei suoi momenti di difficoltà; bene, sportivamente parlando ce n’è stato uno di momento molto difficile, per Alex, ma anche per noi, la retrocessione del 2006.

      Caro Direttore, lui c’è sempre stato, nella buona e nella cattiva sorte, come nel migliore dei matrimoni, è divenuto un simbolo, l’eroe moderno di cui si sente il bisogno.

      Detto questo, le confesso che per affetto e rispetto, avrei ritirato la maglia numero 10 di Sivori, la 10 di Boniperti, la 10 di Charles, la 10 di Platini, la 10 di Baggio, la 10 di Del Piero.

      Ma dal primo in poi, nessuno di questi avrebbe potuto più indossarla, onorandola e scrivendo la storia come altri faranno. 
      La 10 della Juventus non è di nessuno se non della Juventus, chiunque la indossi deve esserne onorato, ne sono fortemente convinto, perché 10 non è Del Piero, 10 è la classe, grandi giocate, trasporto, passione, fascino. 
      Ritirare il 10 è privare "i nostri figli" di quello che è stato Del Piero per noi e potrebbe essere un altro per loro, è sottrarre loro un sogno.

      Con stima Le porgo i miei più cari saluti,

       

      Paolo Costantino


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