Lewandowski spezza la maledizione: il primo gol agli ultimi Mondiali

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Chi l’avrebbe mai detto che il terzo miglior marcatore della storia della Champions League avrebbe dovuto aspettare la sua ultima partecipazione ai Mondiali per segnare il primo gol nella competizione per nazionali più importante del pianeta? Probabilmente nessuno, soprattutto dopo che, nel lontano 10 novembre 2008, aveva impiegato solo 31 minuti prima di mettere a segno la sua prima rete all’esordio con la maglia della Polonia. Invece, mentre la sua carriera a livello di club procedeva a gonfie vele, fra Borussia Dortmund, Bayern Monaco e Barcellona, con valanghe di gol (di cui 91 nella competizione per club più importante al mondo) e un pallone d’oro mancato solo perché nel 2020 si è deciso di non assegnarlo, la rete ai Mondiali era sempre stato un tabù, fino ad oggi.A SECCO NEL 2018 – Il bomber di Varsavia aveva mancato le sue prime due partecipazioni, non riuscendo a trascinare la sua nazionale nei giorni qualificatori per le edizioni 2010 e 2014. Nel 2018, invece, si era presentato l’appuntamento ma, assieme alla sua Polonia era stato una delle grandi delusioni in Russia: zero gol ed eliminazione ai gironi inflitta da Colombia e Giappone.
L’ULTIMA SPIAGGIA - È strano che uno dei migliori giocatori della sua generazione arrivi a 34 anni con solo un Mondiale alle spalle, meno strano se la sua nazionale non è una delle habituées di queste competizioni, almeno negli ultimi anni. Così, in Qatar era arrivato alla sua seconda e ultima occasione di togliere l’ultima macchia da una carriera fenomenale. Tutto sembrava andare per il verso storto: il rigore sbagliato contro Ochoa in Polonia-Messico e il palo contro l’Arabia Saudita sembravano indizi di un finale giù scritto, nonostante l’assist servito a Zielinski. Invece, all’82esimo minuto è successo quello che aspettava da una vita: la palla ha varcato la linea di porta e toccato la rete, un’immagine che per lui fa parte della normalità, ma non in un Mondiale.
Ecco spiegata l’esultanza liberatoria, l’esultanza di uno che sa di aver vinto la sfida con sé stesso e con il proprio destino, l’esultanza di chi finalmente sta trascinando il suo popolo agli ottavi di un Mondiale a 36 anni dall’ultima volta. Esatto, 36 anni fa in Messico, l’ultima nazionale ad essere rimasta impunita al cospetto di Robert Lewandowski.
Giocando per una nazionale che non ha un grande vivaio di calciatori da cui formare un 11 titolare di livello, come si può pretendere da Lewandowski di trascinare dei giocatori tecnicamente non alla pari nemmeno dell'Arabia? Arabia che si è preparata a porte chiuse per un mese intero prima del mondiale, mentre l'attuale CT della Polonia è subentrato ai Play-Off battendo in finale la Svezia 2 - 0. Come fate a scrivere degli articoli del genere continuando a menarla sul fatto che sia il suo primo gol al SECONDO mondiale della sua carriera, con una squadra tecnicamente scarsa, Lewa in carriera ha fatto più di 600 gol, se poi la Polonia non è di livello non è colpa sua. Se dobbiamo applicare questo tipo di ragionamento allora Kvaratskhelia come mai è a 0 gol ai mondiali? Se per questo anche Sadio Mane è a quota uno, Salah a quota 2 e difficilmente vedremo entrambi ai prossimi mondiali, non saranno dei numeri 9 come Lewa, ma sono sempre giocatori TOP a livello mondiale.
Michniewicz lo dice da quando è subentrato a Paulo Sousa come CT, che la Polonia non può permettersi il bel gioco perché non ha gli interpreti per farlo, quindi CHOLISMO e si gioca per il risultato.
Nessuno dice che il gioco della Polonia sia bello, anzi, ma è il risultato alla fine che conta e difensivamente è molto solida.
Se poi ci aggiungiamo l'arbitro che fischiava a caso contro l'Arabia, condizionando prima la Polonia con dei cartellini per poi dare un rigore molto dubbio all'Arabia e i pali presi, la Polonia ha fatto un egregio lavoro, sicuramente graziata dal mancato secondo cartellino a Cash.
Tanto uscendo prima o seconda, la Polonia giocherà contro la prima o la seconda del girone della Francia e lì ci sarà il reality check.
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