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  • Lezione del Trap all'Italia 2 senza difesa: sconfitta meritata e salutare, tradito Prandelli

    Lezione del Trap all'Italia 2 senza difesa: sconfitta meritata e salutare, tradito Prandelli

    di Xavier Jacobelli
    direttore www.quotidiano.net

    A 72 anni, Giovanni Trapattoni si toglie uno sfizio che nella storia della Nazionale, conta soltanto un precedente: dopo Alfredo Foni, riuscitoci con la Svizzera, il signore di Cusano Milanino è il secondo tecnico italiano capace di battere la squadra del suo Paese.  L'impresa gli riesce in campo neutro, a Liegi, dove Bearzot cominciò la costruzione della fantastica Italia di Argentina '78. La vittoria dell'Irlanda è un sunto del calcio trapattoniano: catenaccio e contropiede da manuale (raddoppio di Cox docet), primo gol su calcio piazzato e secondo con un'azione di rimessa. Il Maestro Trap dà una lezione all'allievo Prandelli che, conoscendone l'umiltà, ne farà tesoro. Dalla Costa d'Avorio all'Irlanda, le uniche due sconfitte della sua gestione, il successore di Lippi ha vissuto nove mesi intensi: ha virtualmente guadagnato la qualificazione all'Europeo 2012, ha ricostruito una squadra vera, che però non era quella bolsa vista stasera in Belgio. 

    La sconfitta è stata meritata e risulterà salutare perchè ora il ct sa chi tenere fuori. Gli elogi post Estonia hanno fatto male agli azzurri, manco fossero diventati il Barcellona: Montolivo ha steccato, come spesso gli succede ogni volta che deve fare un salto di qualità, Viviano ha preso un gol da lontano sul primo palo, Gamberini e Chiellini hanno ballato l'inosabile, sulle fasce Criscito e Cassani non sono Balzaretti e Maggio.

    Prandelli ha fatto bene a sfruttare Liegi per gli esperimenti, ma deve indurre a riflessione il fatto che l'Italia abbia preso un unico gol in tutto il girone di qualificazione e due in un colpo solo con gli irlandesi. Va bene che era l'ultima partita prima delle vacanze. Va bene che, se proprio bisognava perdere, meglio inchinarsi al Trap piuttosto che a un altro. Non va bene se ricominciamo a pensare che in amichevole si possa perdere e perdere male e se si rivede in campo una compagnia debosciata. Abbiamo già dato in Sudafrica, un anno fa.

    Lungo e ancora lastricato di ostacoli è il cammino per ritrovare una Nazionale competitiva ai massimi livelli. Prandelli è il primo a saperlo. Anche se ha imboccato la strada giusta. Ma chi non lo segue, stia casa. 


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