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  • Lippi, Capello, Rosetti.| L'Italia non c'è più

    Lippi, Capello, Rosetti.| L'Italia non c'è più

    Finis Italiae. Exit Ausonia. In una parola: qui in Africa abbiamo fatto una vera figuraccia. Dopo l’ignominiosa cacciata della Nazionale di Marcello Lippi per mano della Slovacchia, ieri regolata dall’Olanda, gli ultimi italiani sono stati eliminati dai Mondiali. È toccata all’arbitro Rosetti, pervicace nel convalidare il gol di Tevez in fuorigioco di due metri, per il compiacimento di Blatter che dalla tribuna vegliava sulla sua idea di Mondiale — avanti il Ghana il più possibile, in finale Brasile e Argentina — e per la disperazione dei messicani buggerati. Ed è toccata a Fabio Capello, sepolto sotto quattro gol dai tedeschi, che hanno vendicato la beffa del ’66 ma soprattutto dominato l’Inghilterra anche più nettamente del solito.


    Tolti di mezzo i superstiti, è evidente che il primo verdetto del Mondiale è la bocciatura del nostro movimento calcistico, che rappresenta pur sempre lo sport nazionale e una parte non trascurabile della nostra economia e della nostra vita. Un paese che parla di calcio tutto l’anno, che ha alla guida del governo il presidente che vanta più Coppe dai tempi di Santiago Bernabeu, esce dalla festa sconfitto sotto ogni punto di vista.

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