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  • Lotito rivela: 'Ho preso la Lazio perché me lo chiese Berlusconi. Motivi di ordine pubblico'

    Lotito rivela: 'Ho preso la Lazio perché me lo chiese Berlusconi. Motivi di ordine pubblico'

    • Redazione CM
    Intervistato dal TG5 in occasione della scomparsa dell'ex Premier Silvio Berlusconi, il presidente della Lazio Claudio Lotito ha rivelato un retroscena:

    Ho preso la Lazio perché me lo chiese lui da Presidente del Consiglio per motivi di ordine pubblico. Poi lo dichiarò. Ricevetti una telefonata un venerdì in cui mi disse ‘Sto partendo per l’America, tutti mi dicono di questo problema di ordine pubblico’ a quel punto gli chiesi di cosa si trattasse e mi disse ‘Il problema della Lazio’. A lui piacevano le sfide. Come anche a me. L’ho ascoltato perché per me rappresenta un punto di riferimento sia umanamente sia a livello imprenditoriale”.

    COSA ERA SUCCESSO - Come riporta Goal.com, nel maggio 2004 la Lazio ottenne un accordo con l’Agenzia delle Entrate per la rateizzazione del debito ed evitò il fallimento attraverso l’istanza di rateizzazione del debito tributario quando alla guida c’era Ugo Longo, predecessore di Lotito. La Lazio si appellò al decreto-legge n.138 del 2002, sotto il governo Berlusconi ma tre anni prima della ratifica dell'accordo, convertito dalla legge 178/02, che prevede la possibilità per l'Agenzia delle Entrate di addivenire ad una transazione, anche attraverso la rateizzazione del pagamento con il contribuente insolvente. Gli organi valutarono che la transazione avrebbe consentito di recuperare risorse (imposte arretrate più interessi e sanzioni) che in caso di fallimento il Fisco non avrebbe mai potuto ottenere. Il Consiglio di Stato accettò la richiesta della Lazio nella notte tra il 23 e il 24 marzo 2005, stilando un protocollo per stabilire i termini dell’accordo tra le parti per il pagamento dell'intero debito fiscale maturato al 31 agosto 2004, 143,24 milioni totali, interessi inclusi, in 23 rate annuali con interessi a tasso legale, con l'ipoteca su Formello come garanzia e crediti provenienti dagli incassi da biglietteria, mentre arrivò il pagamento immediato delle imposte escluse dalla transazione, circa 8 milioni, in quanto non riferibili allo Stato. Un iter burocratico previsto dalla legge che ha consentito alla Lazio di evitare il fallimento secondo i termini previsti.

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