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  • Luis Enrique e il calcio al tempo del coronavirus: 'Giocare a porte chiuse è più triste che ballare con tua sorella'

    Luis Enrique e il calcio al tempo del coronavirus: 'Giocare a porte chiuse è più triste che ballare con tua sorella'

    Luis Enrique non è un personaggio come tutti gli altri. Da calciatore, passato dal Real Madrid agli acerrimi rivali del Barcellona a parametro zero, e da allenatore, carriera nella quale ha toccato picchi altissimi col Triplete nella stagione 2014/2015 alla guida del Barcellona e momenti decisamente più complicati, come nella sua breve parentesi alla Roma.

    Profilo tutt'altro che banale, soprattutto fuori dal campo e dagli schemi, come dimostra l'immagina utilizzata per descrivere le sue sensazioni sul calcio al tempo del coronavirus: "Giocare a porte chiuse è più triste che ballare con tua sorella. È molto brutto, ho visto il calcio tedesco ed è avvilente. Puoi sentire gli insulti e perdere l'intimità dei grandi momenti". Il tecnico asturiano ha poi aggiunto: è chiaro che questo è un business globale che genera un sacco di soldi e anche se lo spettacolo è molto diverso da quando si gioca col pubblico, può aiutarci a passare il tempo e a superare questa situazione".

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