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  • Magic Pellegrini non salva un Mourinho deludente. Vince il Verona, ma è di Tudor o di Di Francesco?

    Magic Pellegrini non salva un Mourinho deludente. Vince il Verona, ma è di Tudor o di Di Francesco?

    • Alberto Polverosi
    La Roma ha perso la prima gara della sua stagione a Verona, di fronte a una squadra finora sempre battuta e che per questo aveva cambiato allenatore dopo appena tre partite. Quanto ci sia di Tudor o di Di Francesco in questa vittoria è difficile da dire, certo che il croato dovrebbe essere un mago se questi tre punti fossero tutti suoi. Un po’ di merito ce l’ha di sicuro anche il suo predecessore.
    Cinque gol, una traversa (per la Roma) dentro 90 minuti combattuti più che giocati, corsa, aggressività, rabbia veronese più di quella romanista. E in una partita del genere, gli errori difensivi si sono mischiati a gesti tecnici fantastici. Il secondo tempo si è trasformato nel riscatto veronese ed ha raggiunto punte altissimo di ritmo e intensità, sembrava una partita da Premier League più che da Serie A.

    LA PRODEZZA DEL CAPITANO - 
    Più che il gioco poté la giocata. Una sola, ma grandiosa e fantastica, la giocata di Lorenzo Pellegrini, non a caso capocannoniere stagionale della Roma con 6 gol, l’ultimo ha fatto ricordare il gesto del suo ct Roberto Mancini o, in tempi più recenti, quello di Benzema. L’azione è nata da un errore di Lazovic che ha sbagliato l’appoggio consegnando la palla a Karsdorp, da quel momento tre tocchi, per Zaniolo, per Pellegrini, ancora per Karsdorp che ha crossato da destra e, un attimo dopo che la palla aveva preso velocità rimbalzando sull’erba fradicia del Bentegodi, il capitano della Roma l’ha messa dentro con un colpo di tacco sul primo palo.

    CORSA E AGGRESSIVITA’ - 
    Il gol, al 36', dava inizio a un’altra partita. Fino a quel momento la Roma aveva sofferto la corsa e l’aggressività del Verona che Tudor aveva schierato con tre centrocampisti creativi, Barak, Bessa e Ilic, tutti in marcatura diretta sui centrocampisti giallorossi. E’ vero che la squadra di Mourinho aveva centrato una traversa (terzo legno di questo campionato) con un colpo di testa di Cristante (in anticipo su Lazovic) dopo una punizione pennellata da Pellegrini, ma con palla in movimento il Verona aveva creato qualcosina di più (due conclusioni dal limite fuori di poco, con Simeone e Lazovic. Soprattutto i veneti avevano chiuso bene le due fasce romaniste, così che Calafiori non usciva mai per alleggerire il lavoro di Shomurodov e lo stesso capitava a Karsdorp. Non convinceva nemmeno la posizione di esterno sinistro (sempre molto largo, troppo largo) dello stesso Shomurodov, così come Günter e Dawidowicz chiudevano ogni varco ad Abraham, perennemente distante dalla manovra e incapace di sostenerla.

    GOL A RAFFICA - L’1-0 di Pellegrini è stato un colpo pesantissimo sulla testa di una squadra che finora aveva sempre perso. La Roma poteva approfittarne con Zaniolo in fondo a un’azione di contropiede, ma il sinistro del giovanotto, ben indirizzato, è stato respinto dalla schiena del suo compagno Abraham. Su Verona si stava scatenando un nubifragio, pioggia e grandine hanno appesantito il campo nel finale del primo tempo, poi per fortuna è tornato un po’ di sereno. E insieme al sereno è tornato in campo un Verona incredibile. La partita è letteralmente esplosa e il detonatore è stato il pareggio di Barak dopo 4': attacco micidiale a sinistra di Caprari che sullo scatto ha incenerito Cristante, il suo cross è stato deviato maldestramente da Mancini verso la sua porta, Rui Patricio l’ha respinto d’istinto, ma Barak, arrivando a rimorchio, l’ha toccato in rete.

    4 GOL IN 15' - Le squadre si sono allungate e dal 4' al 18' sono fioccati i gol e le occasioni, la prima di queste costruita sull’asse Shomurodov-Pellegrini. Il Verona ha ribaltato il risultato con un altro guizzo di Caprari che stavolta si è messo in proprio: ancora un attacco sul fianco destro romanista (i giallorossi su quel lato erano in chiara difficoltà), Ilic ha girato la palla sul piede di Caprari nella zona che sarebbe stata di competenza di Karsdorp (in realtà assente in quel momento: era finito al centro dell’area), così la sovrapposizione di Lazovic ha mandato in tilt Mancini che non sapeva da che parte andare, se chiudere sull’esterno o invece controllare Caprari, è stato l’attimo decisivo, il veronese ha preso il tempo e piazzato la palla sul secondo palo. Era il 13'. Quattro minuti e la Roma ha pareggiato sfruttando in contropiede uno spazio incredibile (e a dir poco eccessivo) lasciato libero dal Verona: una bella sponda di Abraham (unico gesto di rilievo della sua gara) ha aperto la strada a Pellegrini, cross teso e deviato nella sua porta da Ilic nel tentativo di anticipare lo stesso Abraham. Ormai la partita era scappata dalla mente di tutti, non c’era più controllo, non c’era più tattica. La migliore condizione atletica del Verona ha avuto la meglio perché 5' dopo il 2-2 è tornato ancora in vantaggio con una stupenda conclusione di Faraoni dal limite (Cristante ha chiuso in ritardo): palla sotto la traversa e in rete.

    L’INUTILE RIVOLUZIONE DI MOU - Fra i gialloblu sono entrati Kalinic e Tameze al posto di due giocatori stremati, Simeone e Bessa. Mourinho, invece, in due atti ha rivoluzionato la Roma. Dentro El Shaarawy (a sinistra per Shomurodov), Carles Perez (a destra per Zaniolo) e Mkhitaryan (trequartista al posto di Veretout, con Pellegrini arretrato al fianco di Cristante). Al secondo atto, fuori anche gli esterni di difesa, Karsdorp e Calafiori, per fare posto a Smalling e Borja Mayoral. Il ribaltone ha portato alla difesa a tre, con Mkhitaryan regista, quattro attaccanti (Carles Perez ed El Shaarawy esterni, Abraham e Borja Mayoral centrali), più Pellegrini alle loro spalle, ma sul piano pratico non ha prodotto quasi niente. Anzi, fra le due finestre dei cambi giallorossi era stato il Verona a fallire l’occasione per chiudere la gara con un tiro in piena area di Caprari (prodezza di Rui Patricio) dopo un assist di Lazovic che nel secondo tempo aveva fatto venire il mal di testa a Karsdorp.

    :(actionzone)

    IL TABELLINO
    Hellas Verona-Roma 3-2 

    Marcatori: 36' p.t. Pellegrini, 4' s.t. Barak, 9' s.t. Caprari, 14' s.t. Ilic (aut.), 18' s.t. Faraoni. 

    Assist: 36' p.t. Karsdorp, 9' s.t. Ilic, 18' s.t. Simeone. 

    HELLAS VERONA (3-4-2-1): Montipò; Dawidowicz, Günter, Ceccherini (dal 1' s.t. Ceccherini); Faraoni, Barak, Ilic, Lazovic (dal 37' s.t. Casale); Bessa (dal 19' s.t. Tameze), Caprari (dal 33' s.t. Hongla); Simeone (dal 20' s.t. Kalinic). All. Tudor

    ROMA (4-2-3-1): Rui Patricio; Karsdorp (dal 33' s.t. Smalling), Mancini, Ibanez, Calafiori (dal 33' s.t. Mayoral); Cristante, Veretout (dal 21' s.t. Perez); Zaniolo (dal 21' s.t. El shaarawy), Pellegrini, Shomurodov (dal 21' s.t. Mkhitaryan);  Abraham. All. Mourinho

    Arbitro: Maresca

    Ammoniti: 18' p.t. Veretout; 30' p.t. Faraoni; 6' s.t. Barak; 28' s.t. Cristante; 38' s.t. Hongla
     

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