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  • Malinovskyi, il consiglio di Shevchenko e il retroscena sul Milan: ora vale il doppio

    Malinovskyi, il consiglio di Shevchenko e il retroscena sul Milan: ora vale il doppio

    • Federico Zanon

    Ci ha messo un po' a carburare, ora che si è messo in moto non lo ferma più nessuno. Ruslan Malinovskyi si è preso l'Atalanta, del quale è diventato il valore aggiunto, al pari di Gomez o Pasalic. Lo dicono le prestazioni e i numeri, 8 gol e 7 assist in 38 partite ufficiali, 4 reti e 4 assist nelle ultime 8 di campionato, due di questi ieri con il Brescia. Gasperini è stato bravo a gestirlo, lo ha fatto adattare, senza fretta, al calcio italiano, ha saputo trovare il momento giusto per inserirlo in una macchina rodata, ora raccoglie i risultati. 

    DIFFICOLTA' - All'inizio, per Malinovskyi, non è stato facile. Sbarcare in Italia con il peso sul groppone dei 14 milioni pagati per strapparlo al Genk, trovare, da trequartista tatticamente anarchico, la sua dimensione, entrare in corsa in una squadra nella quale tutti sanno cosa fare. Ha stretto i denti, ha respinto le voci di mercato di gennaio, ha lottato per trovare spazio, prima da subentrato (ha segnato 5 gol partendo dalla panchina), poi da titolare, ha convinto per rigore e applicazione, si è preso la scena grazie a una facilità nel calciare dalla distanza che in Europa pochi hanno.

    RETROSCENA - Con il sinistro, il suo piede preferito, o con il destro, c'è poca differenza, quando tira è sempre un pericolo. Per informazioni chiedere al suo compagno di Gollini, che in allenamento deve respingere i suoi missili. O a Toloi, che recentemente ha confessato: "Non ho mai visto nessuno calciare così". L'Atalanta gongola, consapevole che ha centrato un altro grande colpo. Che un giorno porterà nelle casse del club un fiume di soldi. La trattativa per portarlo in Italia non è stato affatto semplice. Malinovskyi piaceva a Borussia Dortmund e Schalke, in Italia lo volevano Fiorentina e Milan, al quale è stato consigliato dal suo allenatore in nazionale Shevchenko. Nessuno ha scelto di spingersi fino a 14 milioni, a parte Percassi. Che si è fidato dei suoi scout, facendo jackpot. Ora l'ucraino, che guadagna un milione di euro netto a stagione fino al 2024, vale almeno il doppio. Un prezzo che, di questo passo, è destinato a lievitare.  

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