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  • Argentina, Martinez mattatore: tra trucchetti e balletti, Messi ringrazia il suo 'pazzo' numero uno

    Argentina, Martinez mattatore: tra trucchetti e balletti, Messi ringrazia il suo 'pazzo' numero uno

    • Arturo Calcagni
    L’aveva detto chiaramente alla vigilia: avrebbe fatto di tutto per consegnare a Lionel Messi la Coppa del Mondo. Ed Emiliano Martinez ha mantenuto la parola. Il numero uno dell’Argentina, già protagonista nel percorso dell’Albiceleste nella rassegna in Qatar (come dimenticare i due rigori parati con l’Olanda, oppure la paratona finale agli ottavi contro l’Australia) ci ha messo del suo, e tanto, anche nella finalissima. Per lui, che a 24 anni aveva pensato anche di lasciare il calcio, l’ennesima grande soddisfazione dopo la Coppa America alzata al cielo nel 2021.
     
    IL SOPRANNOME - In arte Dibu (è stato chiamato così per la somiglianza che aveva da ragazzo con il protagonista della serie tv ‘Mi Familia es un Dibujo’) il 30enne è stato protagonista di una carriera con alti e bassi, caratterizzata, soprattutto, dalla capacità di cogliere le occasioni. Basti pensare al modo in cui Scaloni lo ha chiamato nel 2021 in nazionale. Il numero titolare, Franco Armani, risulta positivo al Covid a pochi giorni dalla Coppa America: ecco la grande chance, colta in pieno. Nella semifinale infatti, para tre rigori decisivi alla Colombia. Non una novità assoluta per lui, capace anche oggi nella finalissima di ipnotizzare Coman nella serie cruciale di penalty. Volete sapere altro? Bastare chiedere al Liverpool, anch’esso sconfitto ai rigori in occasione della Community Shield del 2020. Ai tempi era il secondo di Leno all’Arsenal, ma a Wembley giocò lui. E non può essere un caso.

    L’ASCESA A SUON DI TRUCCHETTI - La titolarità in club arriva solo nel settembre del 2020, precisamente all’Aston Villa, club che investe su di lui ben 20 milioni di sterline. Finalmente un po’ di stabilità che lo aiuta a crescere. La consacrazione definitiva ai Mondiali in Qatar, con una finale a dir poco clamorosa: ok le tre reti prese, ma l’intervento su Kolo Muani a pochi secondi dal fischio d’inizio di Marciniak che avrebbe decretato i calci di rigore vale come una rete. A confronto, la parata su Coman nella serie finale dei penalty sembra quasi una passeggiata. Forse merito anche dei suoi trucchetti per innervosire gli avversari: Van Dijk ne sa qualcosa (ai quarti con l’Olanda ha pure accarezzato l’arbitro Lahoz), così come Tchouameni, che ha spedito a lato il tiro dal dischetto. Un errore festeggiato da Martinez con un balletto: un 'pazzo' numero uno che Messi ringrazierà a vita.
     

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