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  • MI RITORNI IN MENTE: 6 luglio 1995, Baggio è del Milan

    MI RITORNI IN MENTE: 6 luglio 1995, Baggio è del Milan

    • A.P

    I giocatori passano ma la Juve resta. Non se parliamo di Roberto Baggio. Il 6 luglio 1995 dopo continue smentite e indiscrezioni Baggio passa al Milan. I rossoneri battono la concorreznza dell'Inter e ottengono dai bianconeri uno sconto: 20 miliardi in due anni.  

    La strada che porta a quel 6 luglio è dolorosa. Il 27 novembre 1994 Roby segna uno splendido gol al Padova e si fa male al ginocchio destro. Di nuovo. La Juve decide di non farlo operare e il numero 10 torna in campo dopo quasi cinque mesi. In quei cinque mesi la Juve scopre Alex Del Piero che è finalmente pronto per il grande salto. Quell'anno la Vecchia Signora mette in bacheca uno scudetto che manca dall'86 e capisce che può andare avanti anche senza di lui. 'Mi dispiace per la Champions', questa la frase che Umberto Agnelli gli rivolge per comunicargli che la Juve e Lippi hanno deciso di puntare su Del Piero. Gli ultrà non ci stanno e organizzano cortei e manifestazioni ma ormai la decisione è presa. La nonchalance con cui la Juve si disfa del suo capitano è crudele e a tratti incomprensibile. Per cinque anni la squadra era stata costruita attorno a lui. Nel giro di pochi mesi quello che era l'anima, il cuore, la bandiera della Juve viene messo in un angolo. Roba vecchia da buttar via. Ma nel calcio come negli affari, si sa, non c'è spazio per i sentimenti.


    Una storia d'amore tormentata quella tra Roby Baggio e i tifosi bianconeri. L'idolo della Fiesole arriva a Torino controvoglia e ogni occasione è buona per rimarcarlo. Il 6 aprile 1991 la distanza diventa abisso. La Juve va a Firenze. Ai bianconeri, sotto di un gol, viene fischiato un rigore ma Roby si rifiuta di batterlo. Viene sostituito e uscendo dal campo raccoglie una sciarpa viola e se la mette al collo. Sul dischetto va De Agostini ma Mareggini para. Ad un altro una cosa del genere non sarebbe mai stata perdonata. I tifosi bianconeri masticano amaro ma non riescono ad odiarlo. La convivenza forzata diventa a poco a poco tolleranza, rispetto e poi amore. Un grande amore.

    Se a Torino bisognava convivere con Del Piero, a Milano c'è il problema della compatibilità con Savicevic. In quell'anno Fabio Capello lo schiera spesso titolare per poi sostituirlo puntualmente durante la partita. L'anno dopo sulla panchina c'è Tabarez che decide inizalmente di puntare su di lui ma il Milan annaspa e Roby finisce in panchina. Dopo l'esonero di Tabarez a Milanello arriva Arrigo Sacchi. Tra il fantasista e il tecnico di Fusignano i rapporti sono gelidi dopo il mondiale americano. Da quel momento in poi Roby non riesce più a trovare spazio e nel 97, dopo un abboccamento con il Parma, finisce al Bologna.

    Un campione troppo spesso ingiustamente maltrattato. Per le squadre un oggetto tanto lussuoso quanto fragile e delicato. Ma se società e allenatori non l'hanno capito, l'hanno fatto i tifosi. Dalla Fiorentina al Brescia l'hanno amato tutti. Perchè Baggio è il calcio e non si può non amare.


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