Milan e Lazio: regine di mercato
Metteteci dentro il malumore accumulato negli ultimi 4 anni, sempre all'inseguimento dei rivali cittadini, spesso con distacchi siderali. Aggiungete anche la rabbia per Calciopoli, che in qualche modo ha toccato Milan e Lazio risparmiando Inter e Roma. Mescolate tutto questo e avrete una vaga idea di quanto questo momento fosse atteso dalle metà rossonere e biancocelesti di Milano e Roma. Il momento in cui è cambiato il vento, il momento del crollo di monopoli che sembravano lontani dal cessare. Il calcio, si sa, è fatto di cicli che all'improvviso, senza particolari avvisaglie, si chiudono. Ma il fatto che all'appannamento di Inter e Roma corrispondesse il contemporaneo rilancio di Milan e Lazio non è legato solo alla casualità.
L'aria che si respirava a Milanello dopo il «triplete» nerazzurro non era delle migliori. Berlusconi doveva fronteggiare una contestazione inedita nella sua gestione, un tifo che gli chiedeva di mettere mano al portafogli proprio mentre il suo ruolo di presidente del Consiglio e la contemporanea crisi economica mondiale gli imponevano una gestione dei conti all'insegna dell'austerity. La soluzione trovata ha conciliato le due esigenze. Il mercato da sogno del Milan ha sì portato all'ombra del Duomo tre fuoriclasse, ma lo ha fatto con la formula del prestito a prezzi assolutamente competitivi. Ibra, Robinho e Boateng, guarda caso i tre giocatori in gol contro il Brescia, sono ancora di proprietà di Barça, City e Genoa. Le spese, semmai, bisognerà sostenerle quando si tratterà di riscattare i loro cartellini. Da questo punto di vista, a spendere qualcosa in più è stata la Lazio.
Ugualmente poco, però, se si considera che i vari Hernanes (13.5 milioni), Floccari (9) o Dias (2.6) dopo il brillante avvio di campionato valgono molto di più di quanto sono costati. A dimostrare ancora di valere i soldi spesi, nonostante le ultime prestazioni sontuose, è semmai quel Mauro Zarate pagato in totale 21.5 milioni. L'argentino, però, resta il simbolo del cambio di rotta di Lotito, che dalla gestione accortissima dei primi anni («ho pagato i debiti delle vittorie precedenti», si difende lui) ha allargato i cordoni della borsa e ha cambiato strategia: meglio la qualità che la quantità. Meglio spendere 13 milioni per un fuoriclasse che per dieci comprimari. Il prossimo esame per le due nuove padrone della serie A sarà il mercato di gennaio. Sia Milan che Lazio hanno bisogno di qualche aggiustamento. Ai rossoneri, dopo l'infortunio di Inzaghi, servono una punta che faccia tirare il fiato a Ibra e un difensore che possa alternarsi a Nesta e Thiago Silva. Ai biancocelesti non farebbe male un attaccante di peso e un'alternativa a Brocchi a centrocampo. Per adesso, almeno sulla sponda laziale, ci si può cullare su un dato molto importante. Hernanes e Zarate, uomini simbolo del rilancio, hanno rispettivamente 25 e 23 anni. Se di ciclo si tratta, insomma, siamo appena all'inizio.